«Volevo diventare medico ma poi Dio mi ha chiamata»

Suor Maria Chiara Ferrari REBONIC

«Siamo tutti nati per qualcosa di prezioso, per lasciare un segno nel passaggio della nostra vita terrena»., È il concetto espresso da suor Maria Chiara Ferrari, che ad Assisi ha pronunciato i voti perpetui nella Congregazione delle Suore Francescane dei Poveri durante una celebrazione religiosa alla quale hanno preso parte molti familiari e concittadini di Carpenedolo, che le sono stati vicini nel periodo di conferma della sua vocazione., Nata e cresciuta nel paese della Bassa, suor Maria Chiara ha sentito che «il Signore mi indicava il sentiero sul quale camminare servendosi delle mie passioni, in particolare il desiderio di avere cura del prossimo»., Un percorso iniziato in Università, con l'iscrizione alla facoltà di Medicina., Ma alla formazione medica mancava qualcosa di importante., «Certo, non c’era lo stile del Vangelo – sottolinea la trentenne religiosa -., Ho interrotto gli studi e a Roma ho condiviso per un anno con altre consorelle un cammino durante il quale sono stata aiutata a riconoscere l’amore di Dio, accogliendolo e restituendolo nel servizio ai più bisognosi., Ho incontrato persone che mi hanno dato conferma di essere strumento dell’amore di Cristo, che a sua volta mi ha promesso di servirsi di me se gli avessi donato la mia vita.

Ho detto sì a quella proposta che mi spaventava e lusingava nello stesso tempo – ribadisce col sorriso suor Maria Chiara -., Poi la professione perpetua»., Le Francescane dei Poveri hanno scritto nel loro Dna l’imprinting della beata Francesca Schervier, fondatrice che per prima ha fatto l’esperienza di riconoscere Gesù nei poveri., Le Francescane dei Poveri portano la loro missione in terra d’Africa e in Brasile, oltre che in Italia, occupandosi di donne vittime della tratta, dei giovani e delle famiglie., «I miei familiari e i miei amici mi sono sempre stati vicini – conclude suor Maria Chiara -., A breve andrò in Brasile per un progetto missionario., Ho fiducia in Gesù perché si è sempre preso cura di me, e sono certa che continuerà a farlo»., •.

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