CALCINATO

Gli ambientalisti: «Wte, una vera vittoria sull’arroganza di pochi»

Il presidio allestito ieri a Calcinatello dai comitati ambientalisti davanti alla «Wte»

Aggiornamenti giudiziari e commenti si affiancano il giorno dopo la comunicazione del clamoroso traffico di rifiuti pericolosi travestiti da fertilizzante gestito per anni dalla Wte di Calcinato. Iniziando dai primi, i carabinieri forestali del Gruppo di Brescia che hanno condotto le indagini hanno attuato, su ordine della magistratura, sequestri di beni mobili e immobili per milioni, sigillando 36 conti bancari per tre milioni e 700mila euro, 79 immobili in diverse province( da Brescia a Viterbo) per altri quattro milioni e infine autoveicoli e macchinari agricoli. Ma non c’è solo il tentativo di «compensare» con il recupero di risorse finanziarie (tra l’altro accumulate illecitamente, per l’accusa ) gli enormi danni ambientali fatti a tenere banco. Ieri, in via Cavour di Calcinatello, davanti alla sede dell’azienda capofila della colossale truffa ai danni di ambiente e cittadini, è toccato alle voci che per anni hanno denunciato il disastro chiedendo interventi.

Adesso tutti sanno con certezza che l’azienda ha distribuito a piene mani nei campi fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi e altre sostanze inquinanti, e qualcuno ieri ha ricordato che quella di lunedì «è stata una giornata epocale». Lo ha affermato Imma Lascialfari, portavoce del Comitato Ambiente futuro Lombardia, che ha aggiunto: «Noi cittadini abbiamo vinto contro l’arroganza di chi della legalità s’è sempre beffato. Dopo anni di denunce, finalmente si è arrivati a una prima vittoria. Nessuno di noi esulta perché si chiudono le aziende, ma l’errore è a monte: per il profitto di pochi contro il disagio di molti. Avere conferma di ciò che sospettavamo ci fa piacere ma al contempo ci rattrista, perché vuol dire che per anni sono stati scaricati veleni camuffati da fertilizzanti».

A questo punto, ha aggiunto, «chiediamo agli inquirenti che venga fatta chiarezza sulle responsabilità dei funzionari pubblici coinvolti, compresi i politici, affinché siano rimossi da incarichi eventualmente ricoperti. Il sistema Procura-Carabinieri-Arpa si dimostra ancora una volta uno strumento molto efficace a Brescia nel contrasto dei reati ambientali». Laura Corsini, portavoce del Comitato Cittadini di Calcinato, ha ricordato che «già dal 2009 a Calcinato al Comune era stata segnalata l’inadeguatezza logistica e l’impatto anche olfattivo di questo impianto. Da allora è iniziata una vicenda fatta di ricorrenti telefonate alla polizia locale per segnalare odori, problemi di viabilità, perdita di gessi di defecazione e fanghi. Un rincorrersi di richieste di incontro, accessi agli atti e relazioni presentate. Ora stiamo valutando con i nostri legali la costituzione di parte civile nell’eventuale processo, e ci auguriamo che il Comune faccia altrettanto». Già, il Comune. Con alcuni consiglieri, ieri al presidio ambientalista c’era anche la sindaca Nicoletta Maestri: «Nella tutela dell’ambiente non ci sono buoni e cattivi - ha detto - ma è necessario rafforzare la collaborazione fra cittadini, istituzioni e forze dell’ordine. Sono almeno 10 anni che il Comune con la polizia locale emana ordinanze e presenta denunce su questa situazione per chiedere l’apertura di indagini, l’ultima nell’aprile 2020».•.

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