Franceschini: «Brescia
capitale del turismo»

«Lezioni» di brescianità per il ministro a Librixia con Cammarata, Del Bono, Castelletti e Massetti FOTOLIVE BATCH

«Brescia gode di una posizione geografica favorevole, è ricca di infrastrutture, come l’Alta velocità e gli aeroporti vicini, che permettono di raggiungerla facilmente. Ma soprattutto ha un grande patrimonio di bellezza che può e deve sfruttare per entrare nel circuito turistico internazionale». Gli ingredienti per lanciare Brescia a livello turistico anche fuori dai confini italiani, secondo Dario Franceschini, ci sono tutti: il ministro dei Beni e delle attività culturali è stato il primo ospite di Librixia, la rassegna dedicata al libro e al mondo dell’editoria che accompagnerà la città fino a domenica prossima.

E FRANCESCHINI ha parlato proprio di Brescia, «che sta investendo molto sulla cultura negli ultimi anni» e che deve ritagliarsi un posto tra le mete del turismo nazionale. A margine della presentazione del suo libro, appuntamento che ha aperto Librixia nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, Franceschini ha riflettuto sulle potenzialità della Leonessa d’Italia in termini di attrazione turistica. «Le grandi città turistiche sono congestionate, alcune devono persino pensare a limitare gli accessi con i tornelli», ha analizzato il ministro, secondo cui è necessario cambiare le cultura turistica italiana: «Dobbiamo cercare di diffondere un turismo diverso, puntando soprattutto sui borghi e sulle città piccole e medie. Brescia è una di queste e avrebbe tutti i titoli per attrarre il turismo internazionale». «Siamo in un buon momento per la cultura, il Paese ha finalmente capito che è un punto di crescita non solo morale e sociale, ma anche economico: l’Italia ha cominciato ad investire sulla sua vera vocazione», ha notato il ministro dei Beni culturali durante il taglio del nastro di Librixia, in piazza Vittoria. Lo testimonia «l’impressionante impennata» delle presenze turistiche nel nostro Paese: «I dati del 2017 sono migliori di quelli del 2016; questi ultimi già erano in crescita rispetto all’anno precedente, che si credeva fossero insuperabili grazie alla presenza di Expo – ha notato Franceschini -. Ciò dimostra che questa è una crescita strutturale, nel mondo c’è una grande voglia d’Italia: investire in cultura è un bene per tutti, ciò che ci rende competitivi è il nostro patrimonio».

Un esempio era proprio davanti agli occhi del ministro, con le opere di Mimmo Paladino inserite nell’architettura di Piazza Vittoria, ma anche nei resti romani del Capitolium poco distanti: «È bello vedere Paladino, artista del presente, dialogare con ciò che ci ha lasciato il passato. Lo stesso vale per i tanti autori di libri del nostro Paese, portatori di qualità e cultura». Il compito di sostenere il mondo culturale «è del governo e del Parlamento», ma anche dei Comuni: «E Brescia sta facendo forti investimenti in questo senso e queste realtà devono avere il sostegno di tutto il Paese, perché la cultura fa bene a tutta l’Italia». Il ruolo dell’esecutivo rimanefondamentale e Franceschini ha ricordato «la legge sul cinema e quella che vogliamo approvare al più presto sugli spettacoli dal vivo: questo permetterà di allargare l’Art bonus anche ai teatri che fanno prosa e altri progetti culturali». In cantiere c’è anche una legge sul libro, che però verrà discussa nella prossima legislatura: «È un settore da difendere, dobbiamo pensare a un impianto che salvaguardi l’intera filiera».

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