Il rischio risulta maggiore per uomini e giovani al Nord

In Italia il fenomeno dell’alcolismo colpisce soprattutto uomini giovani

Giovani e uomini residenti nel Nord Italia: è questo il target della popolazione nazionale più «colpito» e a rischio maggiore riguardo il fenomeno dell’alcolismo. È lo scenario configurato nell’ultima rilevazione sull'alcol del sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) avviata nel 2006, realizzata dalle Asl e coordinata dall'Istituto superiore di Sanità e aggiornata al biennio 2020-2021. Un’analisi, però, che non tiene conto della Regione Lombardia, unica del Paese a non contribuire (dal 2017) allo studio, nonostante l’indicazione, come da Dpcm di istituzione della sorveglianza, a partecipare. Consultabile, però, è l’ultimo rapporto Polis Lombardia, realizzato nell’aprile scorso e aggiornato al 2020. Secondo l’analisi il 76% degli uomini e il 58% delle donne ha consumato almeno una bevanda alcolica, in linea con i dati nazionali.

Ad essere superiore alla media, invece, è la percentuale dei consumatori di aperitivi alcolici (51% maschi, 32,4% donne) e di super alcolici tra le donne (18%) mentre le persone più a rischio risultano essere il 10,2% della popolazione femminile lombarda e il 24,5% di quella maschile. Sempre nel primo anno di pandemia si sono registrati 5.243 accessi nei Pronto soccorso degli ospedali lombardi, legati ad un abuso di alcolici, pari a un tasso di ricovero del 55,5 ogni 100 mila residenti ( inferiore al valore nazionale di 66,9), il 70,8% dei quali rappresentato da uomini

Nel corso del 2020 si sono rilevati quasi 6 mila dimissioni ospedaliere caratterizzate da almeno una patologia attribuibile all'alcol che coesistono al momento del ricovero e che influenzano i trattamenti terapeutici somministrati: la degenza media è di 13 giorni. A riaccedere urgentemente ai Pronto soccorso entro 30 giorni dal precedente ricovero è stato il 6,5% delle persone, e il 3% entro sette giorni (al di sotto della media nazionale).

Numeri sulle ospedalizzazioni, però, in drastico calo rispetto agli anni passati (-20% sul 2019) dovuto probabilmente alle misure di confinamento e di restrizioni imposte dalla crisi sanitaria. Ma c’è di più: secondo l’Osservatorio nazionale alcol, l’età in cui si inizia a bere è scesa a 11 anni e molti dei giovanissimi lo fanno in modalità «binge drinking»: bere il più possibile in un tempo brevissimo. Un fenomeno in crescita soprattutto tra le ragazze e che in Lombardia è pari al 13,1%, rispetto alla media italiana dell’11,4%. •. Ma.Gia. 

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