L’aria in città?
Una minaccia
per i bambini

L’inquinamento atmosferico può provocare gravi danni alla salute dei più piccoli BATCH

Se si parla di inquinamento atmosferico, Brescia non è una città a misura di bambino. L’aria, anzi la “mal’aria” che i più piccoli respirano li mette a rischio di danni al Dna, che potrebbero tradursi da adulti in malattie e tumori smog correlati. Lo dicono i risultati preliminari dello studio europeo Mapec Life, che ha come capofila l’unità di Igiene, Epidemiologia e Sanità pubblica dell’Università di Brescia, e che si propone di monitorare gli effetti dell’inquinamento atmosferico nei bambini in età scolare.

IL PROGETTO TRIENNALE multicentrico è partito con l’inizio del 2014 e ha coinvolto 1317 alunni dai 6 agli 8 anni di età di 26 scuole di Brescia, Torino, Perugia, Pisa e Lecce per una prima analisi effettuata nella stagione invernale 2014/15, poi replicata nella primavera 2015 con l’adesione di 1125 bambini del gruppo iniziale.

Per ciascuna stagione sono state valutate le abitudini di vita, il livello di inquinanti nell’aria e la loro tossicità con campionamenti nei cortili delle scuole, e con appositi test (Comet test e test dei micronuclei, su saliva e cellule delle mucose orali) è stata fatta una ricerca dei possibili danni precoci al Dna dei piccoli.

DAI PRIMI RISULTATI emerge che i bambini bresciani sono quelli in cui si riscontrano i maggiori danni al Dna – più ancora dei loro coetanei di una metropoli come Torino - misurati a livello di micronuclei. I micronuclei sono una lesione al Dna che causa una sua «rottura», lasciando un pezzetto di cromosoma fuori dal nucleo della cellula. «Questi danni rilevati a livello della mucosa orale - che in realtà vengono riparati dal continuo ricambio di cellule tipico di questa mucosa – ci danno informazioni importanti su come l’inquinamento possa interferire sul Dna, causando danni anche alle altre cellule dell’organismo – spiega Francesco Donato, ordinario di Igiene all’Università di Brescia, nel corso del convegno in Santa Giulia dedicato al progetto Mapec Life -. È stato dimostrato che tanto più precoce è l’esposizione e il conseguente danno genetico, tanto maggiore sarà il rischio di sviluppare cancro e altre malattie correlate in età adulta».

«Questi risultati, ancora grezzi perché andranno ulteriormente elaborati, sono in linea con quello che ci aspettavamo, e che era già in parte emerso con il precedente studio “Respira” – osserva Donato -. Insieme ai dati ci sono preoccupazioni, perché l’inquinamento è un male sottile che non vediamo».

Si calcola che in Europa il 6,4 per cento dei decessi da zero a 4 anni sia dovuto all’inquinamento atmosferico outdoor.

L’ANALISI DEI CAMPIONI di Pm 0,5 raccolti nelle vicinanze delle scuole sono risultati genotossici nei test di laboratorio, con un effetto nocivo più marcato a Brescia e Torino, dove si segnala una significativa concentrazione di idrocarburi policiclici aromatici. L’ultima parte dello studio si concentrerà solo su Brescia durante questo inverno, con nuove rilevazioni ambientali e analisi in 247 bambini di 5 scuole elementari (3 a San Polo e 2 a Mompiano), che verranno ricampionati per verificare la stabilità degli indicatori e vedere se i risultati si confermano da un anno all’altro. L’inverno 2014/15, molto piovoso, ha favorito una riduzione degli inquinanti in atmosfera, a differenza di questo inverno che appare asciutto. «Non escludiamo – preannuncia Donato -, che i risultati della terza e ultima rilevazione possano essere anche peggiori».

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