La Lega cerca la svolta: mille militanti al voto per il congresso verità

Matteo Salvini durante la campagna elettorale di Torbole Casaglia sostenne platealmente Roberta Sisti Il commissario uscente Alberto Bertagna è sostenuto per la segreteria dall’onorevole Paolo Formentini e dal senatore Stefano Borghesi

La Lega è arrivata a un bivio per ripartire in vista delle prossime regionali e delle elezioni in Loggia. Mentre le percentuali del Carroccio calano a ogni sondaggio, sale invece la tensione all’interno del partito di Matteo Salvini, che domenica vedrà 1031 militanti territoriali chiamati al congresso provinciale all’auditorium Primo Levi di via Balestrieri a Brescia. Nel bresciano, così come nel resto della Lombardia, i congressi sono diventati terreno di scontro dopo la sconfitta della linea salviniana a Bergamo. Domenica Carroccio a congresso pure a Varese, appuntamento che, assieme a quello bresciano, si annuncia come decisivo per indicare l’eventuale svolta post-Salvini. A Brescia ci sono due candidati rivali, visto che il partito non è riuscito a fare sintesi: domenica si sfideranno il commissario uscente Alberto Bertagna, sostenuto principalmente dai parlamentari Stefano Borghesi e Paolo Formentini, e Roberta Sisti, sindaco di Torbole Casaglia e delegata Anci.

A togliere ogni dubbio sulla legittimità delle sfide territoriali ci ha pensato il capitano Matteo Salvini che al riguardo è stato chiaro: «Ognuno si può candidare a fare quello che vuole e dove vuole». Come dire che l’esercizio democratico del voto militante non può avere restrizioni e non può subire l’ostracismo di chi non la pensa allo stesso modo. In questo senso a Busto Arsizio, ad esempio, si aprirà in contemporanea con Brescia il congresso con due sfidanti, Giuseppe Longhin e Andrea Cassani con Giancarlo Giorgetti a rivendicare il ruolo di moderatore imparziale. A Varese come a Brescia doveva essere un congresso provinciale di routine ma, dopo il flop delle politiche e la paura di un altro passo falso in Lombardia e alle comunali, il voto sul segretario è diventato un voto sul futuro della Lega. Ma guai a semplificare la diatriba tra pro e contro Salvini.

A Brescia come nel resto della Lombardia nessuno fa la guerra a Salvini, ma tutti hanno la convinzione che qualcosa debba cambiare. Non una rivoluzione, bensì un riprendere in mano il timone del partito che oggi pare portare la Lega verso nuovi marosi. Bergamo ha acceso la miccia con la vittoria di Fabrizio Sala, sindaco di Telgate che ha aderito al Comitato nord, la corrente del ritorno alle origini con Umberto Bossi. Per la segreteria regionale le province decisive sono sette: Bergamo, Varese, Milano, Como, Brescia, Pavia, Sondrio. In questo senso l’incrocio Brescia-Varese di domenica diventerà fondamentale per il regionale e quindi per il congresso federale. Da qui i toni accesi dei competitor in gara nel Bresciano, con l’attacco frontale dei sostenitori di Bertagna alla Sisti e le allusioni al ritrovato «nordismo» come pecca per la Lega di domani. Dal canto suo, invece, il sindaco di Torbole e consigliere provinciale fa spallucce, coinvolgendo molti sindaci e puntando a un direttivo di «cambiamento» che non vuol dire «rinnovamento», ma «svolta per ritrovare slancio e passione per il territorio». È indubbio, infatti, che la Lega abbia patito molto il periodo Covid con l’allontanamento forzato dalla piazze e dalle sezioni. «Peccato che qualcuno interpreti la corsa alla segreteria come una battaglia in cui per vincere si deve screditare l’avversario», hanno commentato diversi militanti davanti all’ennesimo fango lanciato via chat da parte di uno dei candidati. «La Lega, come ha ribadito anche Salvini, è una grande famiglia e tutti hanno il diritto di mettersi in gioco - sottolinea Sisti -. La sensazione è che chi ha convocato il congresso in fretta e furia ora pare avere paura della competizione interna. Mi sono stati rinfacciati gli incarichi non onerosi in Anci, per cui si deve essere amministratore e versare la quota associativa, e in Acque Bresciane dove non c’è neppure il gettone. Personalmente non parlo delle nomine pagate di altri perché ritengo che le polemiche siano inutili. La democrazia risiede in un confronto leale fra candidati. Ripartiamo dal territorio e facciamo sentire la nostra voce. Il popolo della Lega torni sovrano».

Chiara quanto le posizioni di Bertagna, che si candida per la prima volta dovendo affrontare uno sfidante interno al partito. Tutto mentre la questione settentrionale anche a Brescia è tornata al centro del dibattito leghista. Una partita a scacchi tra svolte, cambiamenti e sorprese che tra 24 ora saranno svelate dall’urna. L’obiettivo del congresso, a parte gli attriti degli ultimi giorni, sarà quello di trovare un equilibrio tra le parti per riprendere il cammino verso le regionali prima e le comunali dopo. In questo senso, chi è rimasto alla finestra è Fabio Rolfi che a Brescia è il garante del partito tanto quanto Giorgetti lo sarà a Varese. Tra Sisti e Bertagna la partita è quindi aperta malgrado i metodi poco ortodossi usati da qualcuno nelle ultime ore. La speranza del popolo leghista, spossato dalle diatribe interne, è che domenica si torni a mettere al centro la base senza la quale non può esistere altezza e successo. •.

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