classi decimate

La preside bresciana in prima linea: «Scuola nel caos. Meglio fermarsi»

A due settimane dal rientro a scuola e dopo che il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi si diceva soddisfatto per l'andamento della situazione, il bilancio dei dirigenti scolastici, coloro che vivono in prima persona le problematiche dovute alla quarta ondata, è invece decisamente più caotico. Alla resa dei conti la linea degli istituti aperti «a tutti i costi» non ha pagato e le ripercussioni sulla vita scolastica sono traumatiche con i dirigenti scolastici lasciati soli a fronteggiare l’emergenza.

«Si ride per non piangere» quindi è l’analisi della dirigente dell’istituto comprensivo di Gargnano Marialuisa Orlandi, plesso che comprende quasi un migliaio di alunni suddivisi nelle 56 classi delle 2 scuole dell'infanzia di Tignale e Limone, 6 primarie (Toscolano Maderno, Gargnano e Gargnano-monte, Tignale, Tremosine e Limone) più le medie dei 5 Comuni.

Quale è la fotografia della situazione al momento attuale per quello che riguarda il suo istituto?

Alla scuola d’infanzia su 58 alunni, 25 sono assenti. Alle elementari su 520 alunni complessivi, 185 sono assenti mentre alle medie su 329 alunni, si registrano 99 defezioni. Tradotto in soldoni 1/3 della popolazione studentesca non è a scuola: e questo è pazzesco.

E i docenti?

Su 133, 14 sono assenti. Detto così il dato non dice nulla, ma se invece sottolineiamo che 11 di questi si registrano alle elementari di Toscolano, dove il 50% degli alunni è a casa, il dato è sconcertante.

Il problema maggiore riscontrato dalla ripartenza a oggi?

Il mancato incrocio dei dati tra scuola ed Ats: molte famiglie non hanno ricevuto sms di messa o fine quarantena e non sanno come comportarsi. Non spetterebbe a me ma se Ats non fa i conteggi, i genitori chiedono a me, e in questi giorni è stato il delirio.

Risultato?

Non possono nemmeno andare in farmacia a fare tamponi gratis. Ho dovuto contattare io le farmacie di Toscolano che hanno capito la situazione e hanno accettato una mia proposta di invio di un elenco di nominativi di alunni e di fatto stanno facendo i tamponi, ma rimane il caos più totale.

E quindi, quale potrebbe essere la soluzione?

Servirebbe innanzitutto una presa di coscienza collettiva a livello provinciale e regionale. Non ha senso continuare così, fermiamoci, lasciamo passare la quarta ondata e poi riprendiamo tranquillamente. E’ davvero il caso mandare letteralmente al massacro i bambini in questo modo? C’è chi viene, c’è chi va in quarantena, poi ci sono quelli del tampone ad un giorno e poi quelli al quinto. Sta di fatto che non possiamo sostituirci a fare mansioni che non ci competono. E il cerino rimane sempre acceso in mano ai dirigenti degli istituti scolastici.

Come ipotizza le prossime settimane?

Alla fine la scuola rimarrà aperta ma si stanno isolando tutti e io in un periodo normalmente dedicato a scrutini e fine iscrizioni trascorro intere giornate a rispondere a mail su queste tematiche. Dopo una settimana del resto i numeri sono aumentati esponenzialmente. Sulla carta la scuola sta funzionando, ma solo grazie all’abnegazione del personale scolastico, magari grazie a docenti che sanno che le ore lavorate in più non verranno mai pagate.

Aperta si, le aule non chiuderanno, ma è scuola a queste condizioni?

Tra assenze e didattica mista non si riesce a garantire programmi scolastici regolari. Io non ho mai chiuso una classe dicendo che non c’è l’insegnante, però non si deve continuare ad andare in guerra combattendo con i volontari.

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