l'emergenza

Siccità, allarme vero: lo stop alle centrali spaventa il Bresciano

La mancanza d’acqua può determinare lo stop alle centrali

L’emergenza idrica è più preoccupante della crisi energetica. E così, come era prevedibile e in parte imposto dalle norme, di fronte alla perdurante siccità le centrali idroelettriche stanno sospendendo l’attività. A Ponti sul Mincio, quella termoelettrica di A2a ha talmente poca acqua che ha dovuto fermarsi. Su input della Regione, AiPo - l'Agenzia che gestisce la regolazione del lago di Garda dalla diga affacciata sul Mincio - il 14 febbraio ha ridotto l'erogazione ai minimi termini (9 metri cubi al secondo), sufficienti a garantire il deflusso minimo vitale nel fiume e una minima circolazione idrica in alcuni canali che interessano le aree abitate. Tale manovra, indispensabile per cercare di mantenere il livello lacuale, ha comportato temporaneamente la messa fuori esercizio della centrale. Lo stop tocca in modo marginale le coltivazioni della nostra provincia che attingono al sistema arterioso di oro blu alimentato dal Mincio.

Gli oltre 100 mila ettari di superficie agricola complessiva di campi irrigati del Bresciano attingono linfa vitale dall’Eridio e dal Sebino

Un’area coltivata che necessita ad ogni stagione di 460 milioni di metri cubi d'acqua. E, ad un mese dall’inizio della stagione irrigua, dai Consorzi di bonifica di Chiese e Oglio arrivano segnali catastrofici. «Anche le piccole centrali idroelettriche sull'Oglio, a causa del deflusso, sono ferme da settimane – conferma Diego Balduzzi del Consorzio Oglio-Mella -: se le turbine non girano, non producono energia, e anche questo è sicuramente un grosso problema». E mentre Terna, gestore nazionale del sistema elettrico, ha consentito ad accontentarsi di avere meno energia proveniente dai gestori delle dighe dell'idroelettrico, senza chiedere loro di pagare delle penali, anche Enel Green Power conferma che la scarsità di risorsa idrica e di copertura nevosa che ha caratterizzato il 2022 «sta proseguendo in questi primi mesi del 2023 in Lombardia e nella provincia di Brescia, anche se al momento il quadro non risulta preoccupante per la stabilità del sistema».

Nel Bresciano la situazione è sempre più critica: la situazione dei laghi

I laghi che restano con percentuali molto basse di riempimento: ieri il 15,7% per il Sebino, il 33,4% per il lago d'Idro, fino al 37,1% del Garda. «Nel lago d’Iseo sono settimane che siamo ai minimi storici: ogni giorno è il peggiore dello stesso periodo dal 1933 in poi – spiega Balduzzi -. Il Garda è il “grande malato”, tenendo anche conto del rapporto tra la superficie lacustre ed il bacino che lo alimenta, molto inferiore rispetto per esempio al lago d’Iseo, che ha dietro tutta la Valcamonica. Per non parlare dell’Eridio».

Manca oltre un miliardo e mezzo di metri cubi d'acqua: il 60% in meno rispetto alla media 2006-2020

Alessandro Rota, presidente di Anbi Lombardia, che rappresenta i 12 Consorzi lombardi di bonifica e di irrigazione, al recente Tavolo regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica ha proposto un pacchetto di misure sulla scorta dei dati lombardi: manca oltre un miliardo e mezzo di metri cubi d’acqua, ossia il 60% in meno rispetto alla media di riferimento 2006-2020. In una settimana anche il manto nevoso si è ridotto tra il 15 e il 20 per cento in assenza di precipitazioni significative. «Resta assolutamente prioritario e non più rinviabile l’invaso dei laghi riducendo sin da subito gli attuali deflussi, anche con deroghe al deflusso minimo vitale. La stagione irrigua partirà il primo aprile: occorre mettere in campo tutte le misure indispensabili a gestire al meglio l’acqua disponibile».

Per l’Anbi è fondamentale anche preservare le acque sotterranee con azioni di ricarica della falda e con un attento monitoraggio sul proliferare di richieste di nuovi attingimenti. Arpa ha presentato i dati più recenti, dimostrando che in molte stazioni c'è stato un abbassamento della falda di 2-3 metri rispetto alla media. «Occorre un piano strategico che identifichi dove e come andare a caricare gli acquiferi», ha detto Rota.

Come? «La ricarica della falda avviene con l'irrigazione a scorrimento – spiega Balduzzi -. Anche se la situazione è più evidente in altre province, dove si effettua la semina in acqua, nella zona della media pianura bresciana l'acqua dell'irrigazione ce la troviamo a Manerbio o a Seniga. A Remedello, con le colature dell'irrigazione a scorrimento, l'acqua arriva a Calcinato e Montichiari». •.

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