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Sostegno, l’allarme è già scattato: in provincia di Brescia mancano 1.000 posti

Un’insegnante di sostegno in classe con un bambino Foto d'archivio

Alla fine di tutte le operazioni, pensionamenti e mobilità, mancano in provincia di Brescia 1.003 insegnanti di sostegno. Niente di nuovo, niente di meglio in attesa della riforma del reclutamento, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale ma oggetto dello sciopero generale della scuola proclamato per il 30 maggio dai sindacati di categoria, e comunque in fase transitoria fino al 2024. Si tratta dell’organico di diritto, sono posti che potranno venire coperti dalle nomine di ruolo del 2022-23 ma visto che le graduatorie relative sono esaurite, non saranno molte le cattedre coperte. Inoltre, si aggiungerà il cosiddetto organico di fatto, quello legato alle nuove necessità, alle classi in più, e alle certificazioni mediche che arrivano continuamente anche durante l’anno. Insomma il prossimo settembre si aprirà al solito con la grande carenza di insegnanti che possono seguire i bambini con qualche disabilità.

La situazione è meno drammatica alle materne, dove mancano più maestre che maestre di sostegno, 62 contro 24. Si fa più pesante alla primaria con 125 posti ordinari carenti e 304 di sostegno, è sempre pesante alle medie con i totali delle varie discipline in meno che sono 405 ma con 453 posti vuoti di sostegno. E si ridiscende a 222 posti di sostegno da riempire e 963 delle altre alle superiori: «Sarà un inizio d’anno con i problemi consueti, per il sostegno e per alcune materie, le scientifiche soprattutto ma anche lingue e lettere che hanno esaurito le graduatorie» ammette il dirigente dell’Ufficio scolastico Giuseppe Bonelli. Si guarda ai tanti concorsi aperti, la cui chiusura entro la prima campanella non è tuttavia certa. Per il sostegno la prossima settimana sarà il momento della prova preselettiva per l’ammissione ai corsi di specializzazione nelle università, a cui possono partecipare laureati e anche diplomati con diploma abilitante, della durata di almeno otto mesi, con laboratori e tirocini.

Il 24 è la data per l’infanzia, il 25 per la primaria, il 26 per le medie, il 27 per le superiori. Alcuni atenei le hanno eliminate e si passerà direttamente agli scritti e orali, perché la norma dice che le domande devono essere il doppio dei posti. Alla Cattolica esistono questi corsi, chiamati Tfa, Tirocinio Formativo Attivo, e i posti, che a seconda delle richieste potranno essere a Milano, Brescia, Piacenza, sono 35 per l’infanzia, 165 per la primaria, 150 per la secondaria di primo grado, 80 per il secondo grado. Le lezioni e i tirocini servono, secondo la norma, per ottenere competenze diversificate per grado scolastico, competenze su empatia e intelligenza emotiva, competenze su creatività e pensiero divergente, competenze organizzative e giuridiche correlate al regime di autonomia delle istituzioni scolastiche. I posti in Italia non sono molti e non tutti coloro che stanno facendo anni di supplenza si iscrivono, spesso perché sono laureati in altra disciplina alla quale, raggiunto un punteggio, vorrebbero ritornare.

 

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