centrodestra

Almici: «Territori al centro dell’azione: così la politica ritroverà slancio»

Cristina Almici è candidata nel proporzionale per Fratelli d’Italia

La capacità del «fare» l’ha ereditata dalla famiglia di agricoltori che da sempre ha avuto casa a Bagnolo Mella. Laureata in Economia e Commercio, abilitata come Dottore Commercialista e Revisore dei conti, Cristina Almici è stata prima sindaco di Bagnolo Mella quindi vice sindaco dopo due mandati al timone. Ora la nuova sfida come terza del listino proporzionale di Fratelli d’Italia.

Gli anni in Comune cosa le hanno insegnato?

Nonostante la difficile situazione ed i tagli ai trasferimenti statali, le politiche sociali adottate nel mio comune sono sempre state volte a sostenere le famiglie e i bisogni della comunità. Penso che la forza del programma di FdI sia proprio in questo settore, con una grande attenzione ai fatti e non alle promesse.

Il presidenzialismo è però una priorità dell’azione di governo dei Fratelli d’Italia...

Direi che è una priorità parlamentare, in un quadro di in una valutazione complessiva su Presidenzialismo, sussidiarietà, decentramento delle funzioni dello Stato anche con maggiore autonomia ai territori, se dall'altra parte ci sono meccanismi che tengono unita la nazione. È un processo che richiede un po' di tempo, per modifiche non così irragionevoli. Basta guardare ai modelli esteri per rendersi conto della necessità di intervenire anche in Italia.

Ma il Pd vi accusa di voler smembrare la Costituzione.

La riforma della Costituzione non si fa a colpi di annunci o di polemiche. È la nostra Carta fondante, il riferimento e l'arbitro per tutte le leggi. Il tema è come rendere più efficienti certi meccanismi. Noi abbiamo una proposta, naturalmente ci possono essere delle differenze con gli altri partiti. Sottoponiamole agli elettori. Non è nemmeno necessario che si arrivi a un referendum. Ma è normale che ci sia un confronto tra forze politiche, magari con una Costituente che riapra i lavori del 48: lì si era in una fase storica diversa, era necessario garantire la democrazia attraverso anche una serie di pesi e contrappesi. Adesso forse una maggiore efficienza può essere cercata. Noi abbiamo sempre la stessa linea, che stiamo in maggioranza o all'opposizione. Mentre nel centrosinistra hanno posizioni intercambiabili. Oggi dicono che la Costituzione non si tocca, 6 anni fa hanno provato a farlo. Per noi invece il discorso è sempre lo stesso: i principi fondanti non si toccano, rendere la Costituzione più efficiente invece è un tema affrontato dai Costituzionalisti.

Siete i grandi favoriti per le elezioni, la cosa vi preoccupa?

Il momento storico che stiamo vivendo è molto serio. Stiamo appena superando una pandemia, sperando che il Covid non abbia recrudescenze, c'è un conflitto internazionale di dimensioni uniche, l'inflazione che è tornata a galoppare. Ci conforta però la ritrovata compattezza della nostra coalizione.

Meloni ha però invitato i vostri alleati a non fare promesse roboanti...

Credo sia normale, in politica. È quello che noi facciamo da anni ed è il motivo della crescita, graduale, di FdI: abbiamo sempre detto alle persone anche ciò che non si volevano sentir dire. Gli altri, penso a Renzi o a M5S, hanno avuto impennate e poi grandi cadute proprio perché hanno lanciato suggestioni poi smentite dai fatti.

Le polemiche sulla Fiamma nel vostro simbolo?

Quella non è la fiamma dell'ex Msi, visto che la scritta non c'è più. È la fiamma dei conservatori. Una polemica sterile: Giorgia Meloni ha solidi rapporti internazionali, con Usa, Israele e tutti i Paesi mondiali, è stata molto più credibile di altri nell'appoggio all'Ucraina.

Ma lei che ne pensa?

Io arrivo da esperienze lontane dalla Fiamma e penso che i problemi da affrontare siano quelli delle persone, riavvicinandole alla politica e alla voglia di partecipazione. Solo con il sostegno dei territori possiamo guardare oltre. •.

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