Depuratore del
Garda, esplode
la protesta

Guido Galperti, vicepresidente della Provincia

Ricorsi al Tar, azioni legali, esposti alla Corte dei conti e manifestazioni di protesta. Il depuratore del Garda sta per finire sotto un fuoco incrociato di iniziative dell’ormai sempre più articolato e trasversale fronte che si oppone alle soluzioni progettuali imposte da Acque Bresciane e Ato. A tenere a battesimo una mobilitazione senza precedenti sarà il corteo organizzato dal Tavolo Basta Veleni per il prossimo 12 gennaio.

L’OFFENSIVA è stata annunciata nel corso della seduta della Consulta per l’ambiente, convocata ieri dal vice presidente del Broletto Guido Galperti per cercare di avvicinare le posizioni. Missione rimandata: su proposta dello stesso Galperti, si attenderà l’esito dell’indagine sulla conduttura sublacuale richiesta dal presidente Samuele Alghisi, quindi si procederà ad una riunione - una sorta di «pre-fase» della conferenza dei servizi preliminare - che servirà, si spera, a chiarire i dubbi residui. L’intenzione, ha detto Galperti, «è quella di proseguire un confronto che non si è ancora esaurito». E che però difficilmente troverà punti d’incontro, almeno stando a quanto visto ieri. «Questo progetto non si può migliorare - sostiene il Tavolo Basta Veleni -, e noi lo contrasteremo in tutti i modi e in tutte le sedi». L’«avvertimento» di Gianluca Bordiga del Tavolo delle associazioni del fiume Chiese è arrivato forte e chiaro: «Stiamo preparando un’azione di “legittima difesa“ - ha detto -, e presto si aggregheranno a noi molti Comuni. Il Garda è un territorio straricco, potrebbe trovare le migliori soluzioni possibili, alternative a Gavardo. É evidente che ci sono finalità recondite. Qui si parla di denaro pubblico e di una spesa sproporzionata. É notizia di questi giorni che Montisola e Sulzano verranno collegate da una sublacuale per rifornire l’acquedotto, un progetto peraltro proprio di Acque Bresciane. Perchè un’opera ingegneristica ritenuta eccellente anche da chi l’ha collaudata va bene sul lago d’Iseo e non sul Garda? Perchè dismettere una condotta che è arrivata soltanto a metà del suo percorso di vita? Se veramente qualcuno ritiene che si tratti di una “bomba ecologica“ bisogna rifarla immediatamente, senza perdere tempo. Una causa legale potrebbe bloccare l’iter per anni, e magari riportare tutto punto e a capo».

GALPERTI HA RIPORTATO la discussione sui binari fissati dall’ordine del giorno, vale a dire l’iter del progetto per il quale - come ha sottolineato il direttore di Ato, Marco Zemello, in aula insieme al neoeletto presidente Aldo Boifava -, verrà fissata una conferenza dei servizi «preliminare», che al momento è stata congelata dopo la richiesta di chiarimenti pervenuta dal Broletto. «La divisione delle due sponde, la bresciana e la veronese, è uno dei punti fermi dell’accordo sottoscritto con il ministero - ha sostenuto Zemello -, e c’è l’esigenza di anticipare la dismissione della sublacuale in tempi rapidi. Al termine della conferenza dei servizi inizierà l’iter verso il progetto definitivo: i due nuovi depuratori devono essere assoggettati alla Valutazione di impatto ambientale». I tempi? «Serviranno 45 giorni per completare l’acquisizione dei pareri richiesti per la conferenza dei servizi preliminare, dopo di che la Via richiederà una procedura di qualche mese». Lo stato di salute della sublacuale ha tenuto ancora banco. «Chiediamo che qualsiasi ulteriore passaggio burocratico venga sospeso fino al risultato dell’ispezione della condotta, previsto per la prossima primavera», ha chiesto il Tavolo Basta Veleni. Quanto alle alternative, il consigliere provinciale Marco Apostoli ha sottolineato che «la legge regionale prevede che ogni nuovo depuratore oltre i 100 mila abitanti equivalenti debba avere tre soluzioni alternative progettuali realizzabili. Dove sono le tre ipotesi per Gavardo e le tre per Montichiari? Visano, con il contenzioso in atto, è chiaramente improponibile, e Peschiera non è un’alternativa, visto che Verona ha detto chiaramente che per Brescia non c’è spazio, a parte Desenzano e Sirmione. Non si può fare il gioco delle tre carte». Zemello ha ribadito che «la costruzione dei due nuovi depuratori ridurrà i tempi», anche se Galperti ha sottolineato che «per portare a termine l’opera, se i lavori iniziassero domani mattina, servirebbero 7 o 8 anni. Se poi ci saranno di mezzo ostacoli o cause legali, si fa presto ad arrivare a dieci». Nel frattempo, in attesa di conoscere il check up sulla sublacuale, «meglio avvisare i veronesi, che stanno già andando avanti col progetto definitivo», ha suggerito Apostoli. •

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