Femminicidio di Niardo, nessuno sconto

Le indagini sul delitto sono state condotte dai carabinieri La vittima Gloria Trematerra BATCH

La pena è stata confermata e così è stato per i reati di cui è chiamato a rispondere. Tullio Lanfranchi ieri si è presentato davanti alla Corte d’assise d’appello di Brescia per il processo di secondo grado sull’omicidio della moglie Gloria Trematerra e sul tentativo d’uccidere la figlia Alice. Accadde a Niardo il 17 aprile 2015 e per queste due ipotesi di reato, in primo grado Tullio Lanfranchi venne condannato a 16 anni, al termine del processo celebrato con rito abbreviato.

Nell’udienza di ieri la pubblica accusa aveva chiesto la riqualificazione del reato di tentato omicidio in quello di lesioni e la riduzione della pena a 15 anni di carcere. Richiesta che sposava in pieno la ricostruzione della difesa di Lanfranchi, rappresentata dall’avvocato Tatiana Bodei. Ad opporsi è stato l’avvocato di parte civile Gianbattista Scalvi. La corte d’assise d’appello si è quindi ritirata in camera di consiglio per più di quattro ore e una volta tornata in aula ha letto la sentenza in base alla quale è stato confermato il verdetto di primo grado. La terribile vicenda aveva scosso non solo la comunità di Niardo, ma l’intera Valle Camonica.

I RAPPORTI tra l’omicida e la moglie si erano da tempo logorati. Questo al punto che la donna e la figlia avevano lasciato l’abitazione di Niardo ed erano andate a vivere in un appartamento protetto poco lontano. A Gloria Trematerra era stato anche sconsigliato d’andare senza la protezione di forze dell’ordine nell’abitazione di Niardo.

Quella sera però tornò a casa solo per riprendere alcuni effetti personali, accompagnata dalla figlia. Proprio la giovane salì in casa e il padre capì che anche la moglie era nei paraggi. Costrinse quindi la ragazza a convincere la madre a salire. Per la donna fu la fine. Venne colpita da diverse coltellate e non ebbe scampo. Anche la figlia rischiò la vita e si salvò solo fuggendo e rifugiandosi in una pasticceria della zona. Poi i carabinieri arrestarono Tullio Lanfranchi.

Nel processo di primo grado Tullio Lanfranchi, su richiesta dell’avvocato Bodei, è stato sottoposto a perizia psichiatrica che ha confermato il vizio parziale di mente dell’imputato già emerso dalla consulenza della difesa.M.P.

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