Assalto alle sardine: la pesca di frodo è un reato penale

In questi giorni è sufficiente osservare il Garda, ma anche il Sebino dall’alto per vedere un notevole affollamento, soprattutto serale, nell’acqua e lungo le sponde., L’improvviso popolamento è rappresentato dai tanti pescatori di frodo che approfittano della stagione riproduttiva dell’agone, la «sardina» nel gergo bresciano., Da qualche giorno e fino al 15 giugno, proprio per tutelarne le riproduzione la pesca di questa specie è vietata, ma l’assalto si ripete ogni anno., ECCO PERCHÈ, richiamando la necessità di moltiplicare controlli che appaiono blandi e numericamente ridotti, il circolo Franciacorta di Legambiente e la Lega per l’abolizione della caccia ricordano che da quasi due anni esiste un efficace strumento repressivo del bracconaggio acquatico., È rappresentato dalla legge 154 del 2016, che superando le vecchie sanzioni amministrative ha trasformato in un reato penale la pesca fuori dai regolamenti., Non è poco, perchè adesso un saccheggiatore di sardine potrebbe rischiare l’arresto da due mesi a due anni, oppure una ammenda da duemila a ventimila euro.

Lo stabilisce l’articolo 40 della nuova normativa, ricordano Legambiente e Lac, sanzionando appunto penalmente pesca, detenzione, trasbordo, sbarco e trasporto di specie «di cui sia vietata la cattura in qualunque stadio di crescita, in violazione della normativa vigente»., Una leva importante; un grande deterrente per fermare quello che si configura come un saccheggio degno del peggior bracconaggio terrestre., Peccato però che, appunto, le forze in campo per contrastarlo siano ridotte., E magari non ancora molto convinte dell’obbligo dell’azione penale., A margine di questa segnalazione-appello, le due associazioni ricordano anche che a causa del forte decremento registrato soprattutto nei laghi, nel Bresciano è poi vietata fino al 2020 la pesca dell’alborella, del carpione e dell’anguilla., •

Suggerimenti