«Le mie tre
giornate da
morto vivente»

L’ambulanza dei Volontari del Garda

Esce dalla caserma di Manerba che sembra stanco, ma è vivo e non è poco: per tre giorni, dopo che era scomparso durante una nuotata alla spiaggia della Romantica di Manerba, lo avevano dato per morto. Vane le ricerche con elicotteri, sommozzatori e robot subacquei, tanto che la famiglia aveva già allertato le pompe funebri per il rimpatrio della salma in Germania. Nessuna salma: Maik Diederich, turista tedesco di 42 anni, è vivo, ricomparso dal nulla lunedì sera, ancora in costume da bagno. Dice che aveva preso un botta in testa su uno scoglio, che aveva perso la memoria e vagato nei boschi della Rocca. Poi, passata l’amnesia transitoria, era tornato al residence di via Molaria, dove la moglie e i due figli lo piangevano per morto.

 

«SONO CONTENTO che sia finita bene - ha raccontato ieri pomeriggio Maik Diederich - e prima di tutto voglio ringraziare le forze dell’ordine che si sono impegnate nelle ricerche e che hanno dato conforto a mia moglie e alla mia famiglia». A Manerba erano arrivati anche altri parenti da Amburgo. Una delle due sorelle, al ritorno di Maik, aveva raccontato la gioia immensa: «In Germania diciamo che la speranza è l’ultima a morire. Io ero convinta che fosse ancora vivo, me lo sentivo». La cronaca dell’accaduto è incredibile, ma vera: Maik Diederich si era tuffato per una nuotata, sabato pomeriggio alla Romantica, ed era sparito: la moglie aveva dato l’allarme alle 18.30. Lui ha raccontato ai carabinieri di non ricordarsi quasi nulla, se non di aver battuto la testa contro qualcosa, forse una roccia, nuotando a dorso. Si era ritrovato aggrappato a degli scogli e ha raggiunto la spiaggia sotto la Rocca: qui, frastornato, ha atteso due notti prima di ritrovare la memoria e mettersi in cammino: «Ho riconosciuto la croce in cima alla Rocca, quindi ho percorso un sentiero e ho continuato a camminare - racconta - finché ho trovato la via di casa». Lunedì sera ha bussato alla porta: una gioia inimmaginabile per i suoi cari. Maik e la moglie Anja resteranno sul lago ancora per tutta la settimana. È la seconda volta che vengono sul Garda: «Ma non siamo sicuri di tornarci», dice la moglie dopo la sconvolgente esperienza, da vedova per tre giorni. Niente foto per la stampa, ma è giusto così: qualche giorno per riprendersi prima di tornare a casa. La buona notizia è che Maik sta bene. Lunedì sera è stato medicato in ospedale a Gavardo, accompagnato da un’ambulanza dei Volontari del Garda: sui graffi un po’ di disinfettante e la vita ricomincia.

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