Limone, per la rete idrica scatta un nuovo ricorso alla Corte di Strasburgo

Risatti al referendum sull’acqua: ora un nuovo ricorso a Strasburgo

«Dopo anni non sono ancora riusciti a risolvere il problema all’acquedotto di San Felice», tuona da Limone il sindaco Franceschino Risatti., «SE ACCADESSE una cosa simile a noi, sarebbe la fine di cinquanta anni di lavoro nel settore del turismo: questa è la nostra preoccupazione col passaggio alla gestione pubblica dell’acquedotto., Non possiamo mettere a repentaglio un comparto che dà lavoro a cinquemila persone»., Sull’acqua Risatti rilancia, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato che affida al prefetto l’incarico di commissario per consegnare le chiavi dell’acquedotto ad Acque Bresciane., Oltre alla sfida a Bruxelles davanti alla Corte di giustizia Europea dove è pendente un ricorso, ne è partito un altro alla Corte europea per i diritti dell’uomo a Strasburgo: «CI HANNO LESO i diritti di difesa», sostiene il sindaco., Proprio per questo, oltre ai due ricorsi europei, rimane ancora aperto il ricorso al Consiglio di Stato per l’istanza di accelerazione sui quesiti che non hanno ancora ricevuto risposta.

«Limone - spiega il sindaco Risatti – ritiene infatti di essere in possesso di tutti i titoli per una gestione in house: la captazione avviene in quota, dove è anche collocato l’impianto di filtrazione e potabilizzazione realizzato dal Comune prima del 2007, vicino alle sorgenti, in luoghi liberi da insediamenti., Tutto avviene poi nelle aree protette del Parco e, non ultimo, con una gestione del servizio efficiente»., Quindi il monito, il grido di battaglia: «Io rispetto le sentenze, ma non consegno nulla., Sarà il Prefetto a riportare le chiavi dell’acquedotto ad Acque Bresciane., Poi però se ci daranno ragione, chiederò io i risarcimenti., E non sarà cosa da poco».

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