«Professione a rischio e sempre più usurante»

Pietro Boccamazzo (Sulpm)

Il numero degli agenti della Polizia locale che si tolgono la vita è in preoccupante crescita., A confermarlo sono i dati dell’Osservatorio nazionale delle forze dell’ordine, che si riferiscono a un arco temporale che va dal 2010 al 2016 e che certificano un netto incremento rispetto alle altre forze di polizia., Un’impennata che è ancora più evidente in provincia di Brescia, dove negli ultimi mesi sono stati ben tre i casi di suicidio., «Il nostro lavoro è sempre più usurante - spiega Pietro Boccamazzo, segretario regionale vicario Sulpm Brescia - Senza entrare nel merito di questa tragedia, mi preme sottolineare che come sindacato di categoria stiamo cercando di far riconoscere che anche svolgere il lavoro di agente di Polizia locale è usurante».

I TRAGICI fatti di Desenzano, tra l’altro, hanno imposto un’ulteriore riflessione all’interno del mondo della Locale., «In seguito agli avvenimenti di Travagliato, Darfo e Desenzano, serve fermarsi un attimo e capire cosa sta succedendo», aggiunge Boccamazzo., Sulla stessa lunghezza d’onda la segreteria nazionale del Sulpl (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale): «Purtroppo manca a tutt’oggi la dovuta attenzione al fenomeno dei suicidi in polizia e il più delle volte le cause che hanno indotto l’operatore a togliersi la vita tendono a essere ricondotte solo alla sfera personale, poiché ammettere che il suicidio potrebbe essere derivato anche da cause attinenti al contesto lavorativo, comporterebbe conseguenze rilevanti sia in termini di responsabilità, che di mancata prevenzione per chi gestisce un comando., A questo possiamo aggiungere anche il fatto che mai come oggi, in questo preciso momento storico in cui la società tende a diventare sempre più problematica, tutta la nostra categoria è messa a dura prova per la situazione di precarietà in cui versa: ogni giorno siamo esposti continuamente a rischi e tensioni di ogni tipo, senza tutele, senza diritti e senza essere riconosciuti dalle nostre stesse istituzioni».

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