sul garda

Sversamento di gasolio a Porto Torchio e sostanze schiumose a Salò, impegno su più fronti

L'intervento dei vigili del fuoco per lo sversamento sul Garda

E' ripartito questa mattina,  nelle acque di Porto Torchio, a Manerba, l'intervento dei vigili del fuoco impegnati a contenere gli effetti dello sversamento di gasolio provocato dalla rottura della una cisterna di una villa a qualche chilometro dalla costa. Sul posto stanno operando squadre arrivate da Trento, Milano, Salò, con l'ausilio del Nucleo nautico. Intervento anche poco più a nord, nel golfo di Salò, per l'ennesima fuoriuscita di sostanze biancastre e schiumose dal tubo che scarica le acque del torrente Versine all'altezza di via Pietro da Salò. E' stato un cittadino ad avvisare il sindaco con alcune immagini inviate domenica mattina a testimonianza dello scarico a lago. 

Lo scarico a lago nel golfo di Salò

MANERBA

 L'allarme a Porto Torchio  è stato lanciato ieri mattina da un gruppo di turisti, che ha  scorto a pelo d’acqua una chiazza fluida dai riflessi iridescenti. Nella zona trasudava anche un tanfo penetrante di idrocarburi. Immediatamente si è  attivata la squadra di tre tecnici di Arpa, che ha  poi informato i carabinieri forestali. Il personale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha subito compreso che l’inquinamento era stato provocato da carburante. A quel punto sono stati attivati anche i Vigili del fuoco, ed è entrata in funzione quella «squadra interistituzionale creata in questi mesi, che ha già contributo a risolvere numerose problematiche», spiega il direttore dell’Arpa Brescia Fabio Cambielli. Anche il sindaco Flaviano Mattiotti si è reso disponibile a collaborare per trovare una pronta soluzione al problema.

I Vigili del fuoco hanno fatto in modo che la sostanza inquinante non uscisse al largo, creando una sorta di barriera di materiale galleggiante che fungesse da spugna assorbendo gli inquinanti e circoscrivendo la zona della contaminazione. Dalle testimonianze di alcuni cittadini, è emerso che non era la prima volta che in alcuni tombini era stata percepita la presenza di idrocarburi.

A quel punto è scattata la fase di ricerca della causa dell'inquinamento. Dal porto, risalendo a monte, sono stati aperti tutti i tombini, verificando che effettivamente c'erano tracce di gasolio, fino a trovare un tombino «pulito». E' stato quindi facile, a quel punto, identificare il luogo da cui proveniva l'inquinamento: una cisterna interrata di una villa che si trova a qualche chilometro dalla costa. Evidentemente, all'insaputa del proprietario, il deposito di carburante, forse inutilizzato da tempo, si è rotto ed ha iniziato a perdere gasolio, finito nelle condotte della rete fognaria.

 

 

 

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