Tav, il fronte del no serra le file:
«La partita non è ancora finita»

La marcia contro la Tav oggi con partenza da Ponte San Marco BATCH

Sconfitti su tutta la linea: non ci sono altre parole per definire gli esiti delle quattro sentenze sui ricorsi presentati da privati e da associazioni, dall’azienda agricola Serraglio, dal Consorzio Lugana e da cinque Comuni: Peschiera, Castelnuovo, Sommacampagna, Sona, Ponti sul Mincio e Desenzano). Ricorsi che se fossero stati accolti avrebbero potuto ancora fermare l’alta velocità sul lago di Garda, per la tratta Brescia-Verona per cui è già stato approvato il progetto definitivo: manca solo l’esecutivo, l’ultimo atto prima del via libera alla procedura per gli espropri (sono 600 su tutta la tratta, 115 a Desenzano) e dunque ai cantieri.

Presto per dire cosa succederà: il Tar del Lazio ha dichiarato inammissibili o addirittura irricevibili i quattro ricorsi, punendo in particolare quello del Consorzio Lugana perché presentato fuori tempo massimo, e quello dei Comuni per cui sono state rigettate le varie contestazioni. Il sindaco di Desenzano è atteso oggi pomeriggio alla marcia No Tav di Calcinato, e intanto non chiude la porta a un eventuale contro-ricorso al Consiglio di Stato: «Valuteremo tutte le possibilità - spiega Guido Malinverno - e decideremo il da farsi. Lunedì sentirò l’avvocato, martedì la giunta, mercoledì il gruppo di maggioranza: poi vedremo. Certo è che un risultato simile ce lo aspettavamo, e proprio il nostro avvocato ci aveva messo in guardia».

LA SENTENZA infatti è simile a quella già emessa nei confronti del maxi-ricorso presentato dai No Tav e da una cinquantina di soggetti tra privati e associazioni, ma che comunque ci riproveranno al Consiglio di Stato (la sentenza entro qualche mese). «In fondo se l’aspettavano tutti – dice Marina Beatini del Coordinamento No Tav - e oggi è ancora più evidente che se ci fossimo uniti, tutti insieme, magari l’impatto sarebbe stato diverso. Questo è il nostro rammarico, non aver concordato un’azione comune. Per questo invitiamo i Comuni e il Consorzio a unirsi a noi per costituire un fronte unico al Consiglio di Stato».

La sentenza. Il Tar ha giudicato inammissibili le censure presentate sulla disciplina in materia di appalti in quanto i ricorrenti non potevano essere considerati «soggetti neppure astrattamente interessati a partecipare alla potenziale gara per l’aggiudicazione dell’opera». Rigettate invece le critiche di ordine ambientale: per il Tar i vari aspetti sarebbero invece stati oggetto di «studi e approfondimenti».

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