IL CASO. La donna si era vista togliere i due bambini dal tribunale dei Minori dopo un esposto presentato dall’ex marito. I giudici si sono riservati la decisione

Girò film porno
in casa, ora
rivuole i figli

Il tribunale dei Minori ha discusso ieri il ricorso della donna contro l’allontanamento dei figli BATCH

Giuseppe Spatola

È stato discusso ieri mattina, davanti al tribunale dei Minori di Brescia, il ricorso presentato dalla donna di 46 anni alla quale, pochi giorni prima di Natale, sono stati tolti i figli di 14 e 16 anni per aver girato un film porno in casa. Il padre dei due minori, che ieri si è costituito parte civile, aveva denunciato come l’ex moglie avesse partecipato alle riprese del film hard amatoriale, poi pubblicato in rete da una agenzia di produzione, aprendo le porte dell’ex casa coniugale. Tanto era bastato per far scattare il provvedimento del tribunale e l’allontanamento dei due ragazzi dalla madre con cui erano rimasti a vivere dopo la separazione.

LA CASALINGA aveva cercato di giustificare l’accaduto con il bisogno di denaro «per pagare le bollette e saldare una cartella esattoriale di Equitalia». Dopo l’udienza di ieri il collegio si è riservato la decisione. «Ho sbagliato ma avevo bisogno di soldi - aveva rimarcato la donna - il mio ex marito non contribuiva alle spese». Il film hard girato a Ospitaletto è presto diventato un «cult» per gli amanti del genere fino al ritiro disposto perchè nella scena iniziale della pellicola veniva inquadrato l’asilo del paese.

Tanto è bastato alla donna, 46 anni e con nome d’arte Daiana Mori, per finire nella bufera. Così dopo aver preso visione del film e individuato la casa trasformata in set a luci rosse, il tribunale dei Minori di Brescia il 22 dicembre le ha tolto i figli.

Secondo i giudici bresciani il problema è che il set in cui si sono svolte le riprese altro non era che la casa in cui la donna vive con i due ragazzi dopo la separazione. A denunciare quella situazione poco trasparente, che ha portato il tribunale a indagare e a prendere provvedimenti, è stato l'ex marito della 46enne che risulterebbe proprietario dell'immobile.

SECONDO IL GIUDICE Laura D’Urbino, il fatto di aver usato l’abitazione coniugale come location del film, nonostante i figli non ci fossero durante le riprese, è comunque ritenuto «un caso di maltrattamento».

La donna, che ora attende la decisione sul suo ricorso, ha provato a difendersi raccontando ai figli la sua verità. Secondo la madre i suoi ragazzi «hanno compreso tutto» senza condannarla né giudicarla. Ma le ragioni dei giudici erano state chiare. «L'uso della casa coniugale per girare filmati pornografici – hanno scritto nelle motivazioni del provvedimento di allontanamento dei minori - rappresenta un pregiudizio gravissimo alla dignità morale dei ragazzi». L’avvocato del Foro di Brescia Carlo Beltrani ha chiesto la revoca del provvedimento, ma l’ultima parola spetterà ai giudici.Giuseppe.spatola@bresciaoggi.it

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