Depuratori,
ultimatum dell’Ue
a 30 paesi

Depuratore

Un Comune bresciano su tre sta violando le norme comunitarie in materia di depurazione. Trentacinque sono sotto osservazione di Bruxelles dopo aver progettato opere di risanamento su collettori e reti fognarie, mentre per 30 è già scattata la procedura di infrazione. Per «congelare» le sanzioni - le prime scatteranno nel 2019 - servono interventi strutturali per 290 milioni: se si considera che per allineare il resto del territorio della Lombardia alle norme Ue bastano «solo» 40 milioni, l’emergenza «acque nere» della provincia di Brescia emerge in tutta la sua drammaticità. A fare il punto della situazione è il report regionale diffuso da Legambiente. Su 99 agglomerati urbani coinvolti nella fase di avvio della procedura, ad oggi ne restano 37 non conformi. Fra tutte le province coinvolte, quella più problematica è di gran lunga quella bresciana, con 30 agglomerati urbani che necessitano di opere.

PER QUANTO riguarda la Lombardia, il costo complessivo degli interventi per uscire definitivamente dalla procedura d'infrazione supera i 330 milioni di euro, ma una parte degli interventi non ha ancora una progettazione operativa, né una copertura finanziaria. Per Brescia l’affresco è peraltro molto più complesso. Ventotto paesi scaricano scorie biologiche nei corsi d’acqua. In 19 l’Arpa ha riscontrato all’uscita dagli impianti di filtro concentrazioni anomale di fosforo e azoto. Nella Bassa e in Valcamonica, la depurazione di 42 Comuni è obsoleta o inesistente. Il problema sanitario-ambientale riguarda un bacino di 280 mila abitanti e 770 terminali fognari non trattati. L’exit strategy per evitare almeno quattro quinti del parco multe che potrebbe scattare entro l’anno, o al più tardi nel 2019 (250 milioni sui complessivi 368), è racchiuso nel piano di opere da 1,43 miliardi di investimenti su depuratori (817 milioni) e acquedotti (610 milioni). Con il depuratore comprensoriale di Concesio, che dovrebbe entrare in funzione entro il 2019, la Valtrompia proverà ad uscire dal guado di un bacino con 85 mila abitanti e 2.500 aziende che usano come fognatura il Mella. Concesio, Lumezzane, Marcheno, Villa Carcina, Sarezzo e in parte Gardone sono senza collettore. Stessa situazione ad Alfianello, Offlaga, Pompiano e San Paolo, nella Bassa. Acquafredda, Calvisano (dove verrà posata la rete fognaria), Visano e Remedello pensano ad un collettore comune e alternativo al collegamento al mega depuratore del Garda.

SE LA VALCAMONICA scarica le fogne nell’Oglio, che a sua volta finiscono nel lago d’Iseo, anche i depuratori attivi non brillano per efficienza: 102 su 152 - si legge nel rapporto dell’Ato - dispongono di filtri per l’abbattimento dell’azoto, ma essendo spesso sottodimensionati non riescono a rispettare i limiti di sostanze inquinanti scaricate. Emblematico il caso di Paratico, dove comunque è in corso il potenziamento da 7,9 milioni del collettore, e di Palazzolo che ha risolto il problema con un depuratore extra provinciale. Arpa ha evidenziato criticità anche a Verolanuova, Quinzano e in altri 14 Comuni. Il piano di investimenti, che si concluderà nel 2045, prevede, sotto l’egida di A2A, depuratori a Nuvolera (11,8 milioni), San Paolo (11,3 milioni), Vobarno (7,3 milioni), Capriano (6,6), Gavardo (9,5), Offlaga (2) e Alfianello (1,5). Acque Bresciane sta investendo su Barbariga-Pompiano (4,5 milioni), Mairano (3 milioni), Sellero-Berzo Demo (2,2), Quinzano (1,8) e Pontoglio (0,3). Amplierà quello di Rudiano collettando Castelcovati (4,1 milioni), completerà quello di Edolo-Sonico-Malonno (3 milioni) e farà altri interventi a Pozzolengo, Muscoline, Calcinato e Lonato. Come stabilisce la legge, a pagare le nuove strutture saranno gli utenti con l’aumento delle tariffe.

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