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La «casa» dei pipistrelli di Prevalle ha sempre meno inquilini: l'allarme degli studiosi

Il Buco del Frate

Il rinolofo maggiore resiste, ma l’allarme è serio: gli esemplari sono pochi, 5 volte meno che due anni e mezzo fa, 10 volte meno rispetto agli anni ’90. Per gli esperti è necessario continuare a limitare gli accessi, e il Comune pensa a far diventare il Monumento naturale una Zona speciale di conservazione (Zsc).

Il Buco del Frate

È questo l’esito del monitoraggio invernale dei pipistrelli svernanti nel Buco del Frate di Prevalle, la grotta che ospita decine di esemplari in inverno e centinaia in estate, e che per questo si conferma sito di importanza regionale. Come per quelli del 2021 e 2022 (eseguiti però a fine settembre) l’ha effettuato il naturalista Giambattista Rivellini col supporto dell’Istituto Oikos e, stavolta, di speleologi dell’associazione Agartis.

Un’indagine allargata

La cavità è stata ispezionata in ogni area accessibile con illuminatori e attrezzatura speleologica cercando di non disturbare gli esemplari in ibernazione. All’ipogeo del Buco del Frate, due ampi vani intercomunicanti e altri rami secondari, si è aggiunta l’esplorazione del vicino Buco del Fico.

E sono stati individuati 2 piccoli gruppi di miniotteri (Miniopterus schreibersii), uno da 18 individui e uno da 7: specie trogrofila e più mobile, era stata rilevata in buone quantità in tarda estate e autunno sia nel 2021 (il 90% dei 268 pipistrelli censiti), sia nel 2022 (il 96% dei 386 presenti). Intercettati anche 5 rinolofi maggiori (Rhinolophus ferrumequinum), una specie sedentaria: gli ultimi rimasti di una colonia che negli anni ’30 contava centinaia di individui, poi diventati meno di 60 nel 1990, meno di 30 nel 2021, una decina nel 2022.

I dati sono preoccupanti

«I monitoraggi riportano dati sempre più preoccupanti - scrive Rivellini - con pochissimi individui di questa specie. Una situazione fortemente negativa. È in atto un drammatico declino: si conferma la validità di limitare fortemente l’accesso al sito in autunno e inverno, per proteggere gli animali specialmente durante il periodo dell’ibernazione».

In estate erano stati rilevati anche esemplari del genere Myotis: il Buco del Frate è dunque sito di importanza nazionale per la loro tutela. Dal 2022 è in vigore un regolamento che consente gli accessi solo nella bella stagione e su autorizzazione, e multe salate per chi sgarra, «Da qualche anno gestiamo programmi di monitoraggio e tutela - ricorda Paolo Burlon, consigliere delegato all’Ambiente -. Il prossimo passo sarà far diventare la grotta una Zsc per tutelare meglio la chirotterofauna».

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