Mamme volanti di Castenedolo La battaglia ai veleni in un film

Le mamme volanti di Castenedolo sono diventate il simbolo della battaglia all’inquinamento della provinciaI registi del cortometraggio dedicato alle pasionarie dell’ambiente MONETAM

Sono volate fino a Palermo, formato cinema in prima mondiale, Raffaella, Rosa, Monica, Simona, Simona, Mara, Sandra: 14 minuti di pellicola e grande schermo dedicati alle Mamme di Castenedolo» alias «le mamme volanti», un titolo che si sono guadagnate esplorando il territorio dall’alto a bordo di un piper per insegnare a cambiare prospettiva, fisica e morale, nel modo di considerare ambiente e territorio., Il loro coraggio e la caparbietà, l’instancabile impegno per denunciare l’inquinamento di Brescia che «mette in pericolo il futuro dei nostri figli», sono i protagonisti del cortometraggio selezionato per il Sole Luna Doc Film Festival., L’opera si intitola proprio «Mamme volanti» e porta la firma del regista di Salò Giulio Tonincelli e del critico cinematografico e docente di cinema Paolo Fossati che si sono avvalsi del contributo di altri bresciani: Bruno Bellissimo ha composto la colonna sonora, Michela Nava ha creato la locandina e il regista Marco Scotuzzi ha fornito una consulenza., Ora si attendono ammissioni ad altri festival perchè il documentario versione short -produzione Moonkwalk Studio- decolli definitivamente insieme al messaggio poetico ed ecologico di difesa dell’ambiente., Tutto è cominciato da un seminario sul giornalismo di inchiesta ambientale a Roma cui Tonincelli, che firma anche la fotografia, partecipò tempo fa, apprendendo che la nostra era provincia assai ricca, ma tra le più inquinate d’Europa con annessa diffusione di malattie legate al degrado ambientale., Da lì l’impellenza di di raccontare le ferite del territorio e di farne il soggetto di un documentario breve in cui ha subito coinvolto Fossati che per la prima volta è passare dietro la macchina da presa., «Abbiamo incontrato ambientalisti, medici esperti -racconta Tonincelli - ma quando siamo incappati nella spontaneità e nella forza delle mamme di Castenedolo ne siamo rimasti conquistati.

Capaci di ironia e senza catastrofismo erano un bell’esempio del prendersi cura nel piccolo, ma anche di tutto il pianeta, della capacità di guardare le cose da una prospettiva più alta in tutti i sensi, fuori e dentro metafora»., Aggiunge Fossati: «Ci ha avvinto il loro impegno irriducibile, avviato con naturalezza, come comportamento logico del nostro stare al mondo, il loro sentimento di cura, il loro fare associazione partendo da una piccola rete di vicinanza capace però di espandersi»., Insomma la risposta concreta alla domanda «“cosa posso fare da solo?, Era a portata di mano per non essere più soli, l’eterno Davide contro Golia per dare in modo semplice, ma capace di cose complicate, un futuro al pianeta», osservano i registi., Il documentario -che nelle riprese è stato molto rispettoso dei soggetti coinvolti-, un cinema della realtà che cerca di catturare l’essenza delle persone e del loro fare senza essere invasivo, non percorso la via dei numeri e del reportage, ma piuttosto ha utilizzato la chiave sociale e umana, quindi poetica., Per dire di cave, discariche, aree avvelenate, aria, acqua e sottosuolo inquinati, eccedenze di malattie respiratorie e di patologie tumorali ha sposato la scelta propositiva di «donne audaci e testarde unite riconoscendosi nel sentimento di cura, di protezione e custodia nei confronti della vita per la propria salute e quella de figli»., •.

Suggerimenti