MONTICHIARI

«Io, ammalata
grave, ostaggio
dei furbetti»

I parcheggi riservati ai disabili dell’ospedale di Montichiari BATCH

Elisa abita a Calvisano, ha 30 anni e da 15 è affetta dalla sclerosi multipla, una malattia che la costringe a percorrere un’angusta strettoia fatta di terapie quotidiane. Ogni settimana va all’ospedale di Montichiari dove da mesi è costretta a subire la prepotenza dei «furbetti» del posto auto riservato ai disabili. «Non riesco praticamente mai a parcheggiare negli spazi contrassegnati dalle linee gialle che sono posti vicino agli ingressi per agevolare chi come me fatica a camminare, perchè sono occupati abusivamente da auto prive del contrassegno dei disabili», racconta Elisa.

FIN QUI SAREBBE un’ordinaria storia di inciviltà e maleducazione, ma il paradosso è che gli abusivi godono dell’impunità. Non essendo stata rinnovata la convenzione tra azienda ospedaliera e Polizia locale, i vigili anche volendo, non possono elevare sanzioni all’interno del perimetro del presidio sanitario. «Anche la settimana scorsa, sono stata costretta a parcheggiare lontano dall’ingresso perchè tutti i posti per disabili erano occupati e la metà da auto sprovviste del tesserino - spiega Elisa -: non punto il dito contro nessuno, ma vorrei solo toccare le corde della coscienza delle persone che occupano senza averne titolo gli stalli protetti. L’ospedale non è un centro commerciale o una sala cinematografica, ma il luogo di sofferenza per definizione. Possibile che questa gente non si renda conto che il loro comportamento abbassa la qualità della vita di chi già è costretto a portare il fardello di una malattia o una disabilità?». Elisa incalza: «La possibilità di parcheggiare nelle aree di sosta per disabili non è un privilegio, ma una necessità. Faccio fatica a camminare a mi aiuto con un bastone e questo è un ulteriore problema visto che molte volte sono costretta a parcheggiare lontano e nelle zone con le strisce bianche, pur di non perdere la seduta al centro di riabilitazione di Montichiari». Come se non bastasse, tra l'altro, «le porte al piano zero dove si trova il reparto di riabilitazione non sono automatiche e dunque devono essere aperte manualmente. Un bel disagio per chi, come me, si aiuta con un bastone e per oltrepassare l'uscio rischia di cadere». Sullo sfondo resta una domanda: chi deve vigilare sui posti auto per disabili? Scaduta la convenzione con la Polizia locale, l’unico deterrente all’abusodei parcheggi disabili è rimasta la coscienza: che sembra ormai un’optional. Almeno nel piazzale dell’ospedale di Montichiari.

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