VOBARNO

L’eutanasia dei piccoli
negozi. Addio
all’antica macelleria

La macelleria ha iniziato l’attività nel 1948; nel 1980 il trasferimento nei locali di via Provinciale

Chiude a Vobarno dopo 71 anni la storica macelleria Pizzoni., Martedì 31 dicembre Gio Maria (per tutti Gianni) e la moglie Angela Donati hanno abbassato per sempre le saracinesche del negozio., «Abbiamo cominciato nel 1948 - racconta Gianni Pizzoni, 82enne, in forma smagliante e una carica di vivacità che lo mantengono giovane - quando papà Andrea è arrivato a Vobarno da Idro dopo aver fatto il meccanico e il mediatore di bestiame., Saputo di una macelleria equina in vendita non si è fatto scappare l’occasione e l’ha rilevata., Io invece - continua Gianni Pizzoni, classe 1937 - avevo 11 anni, appena finita la scuola ho iniziato subito a lavorare con mio padre, poi è arrivato mio fratello Enrico»., È il 1957 quando i 2 fratelli si dedicano a 2 negozi diversi: Enrico rimane nella macelleria equina, chiusa da oltre 20 anni, mentre Gianni si dedica all’altro negozio., Arriva il 1963, e Gianni sposa Angela che subito affianca il marito dietro al banco.

ORA È ARRIVATO
il momento della chiusura dettata più che dall’età «dal lavoro che nel tempo è sempre di meno - spiega la moglie Angela - causa il crescere dei supermercati, che però non sapranno mai dare quel che dà il negozio di vicinato: sorriso, disponibilità, amicizia., Chi viene da noi acquista ma fa anche socialità, due chiacchiere con gli amici.

E poi ci sono tasse e incombenze continue., Non riusciamo più a stare al passo»., È il 1980 quando Gianni e Angela arrivano in via Provinciale, la principale di Vobarno, e rifanno ex novo una vecchia abitazione con dentro la macelleria., Nel 2014 la Regione inserisce la macelleria nell’elenco dei «Negozi Storici», con almeno 50 di lavoro., «Mio marito - dice Angela - è innamorato di questo lavoro., Ed ora soffre a chiudere, perché a 82 anni è ancora in ottima forma, questa era il suo hobby»., Intanto i vobarnesi dispiaciuti per la notizia della chiusura lo rimproverano bonariamente: «Non devi chiudere, perché non me l’hai detto?»., «Sarebbe bello continuare, sono molto dispiaciuto perché - ribatte lui - in macelleria ci lascio il mio cuore».

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