Mano tesa all’Etiopia
un pieno di speranza
dalle famiglie del Cae

Il Centro Fiera ha ospitato il raduno annuale delle famiglie del Cae BATCH

Il Centro Fiera di Montichiari è tornato ieri il terminale di un network di speranza e solidarietà.

La cittadella espositiva ha ospitato l’annuale incontro delle famiglie e amici del Cae, acronimo del Centro Aiuti per l’Etiopia. Centinaia di coppie con i loro bambini adottati hanno affollato l’area degli stand che mettevano in vendita prodotti artigianali etnici. Uno shopping a sfondo solidale per finanziare opere umanitarie. C’è stato ovviamente spazio anche per le riflessioni affidate a Roberto Rabattoni, presidente del Cae, monsignor Mosè vescovo della Diocesi etiopica di Emdibir e padre Alain Ghebrekidan, vicario francescano. Tutti, con sfumature diverse, hanno rimarcato l’impegno delle famiglie del Cae nel mondo. Il Cae opera in Etiopia da 33 anni: ha costruito refettori, ambulatori, asili, scuole di artigianato per giovani e adulti, varato progetti per l’agricoltura, scavato 20 pozzi, costruito mulini, ambulatori, cliniche, un ospedale ad Adigrat al Nord dell’Etiopia e uno a Soddo al Sud. Sotto l’egida dell’associazione operano quattro centri di accoglienza per bambini abbandonati, oltre al «Villaggio Madonna della vita» e alla struttura agricolo-sociale Giovanni Paolo II ad Areka.F.D.C.

Suggerimenti