I controllori del siluro vanno a pesca di frodo

Alcune delle carpe sequestrate ai due pescatori professionisti di Clusane

Non erano due pescatori di frodo qualsiasi quelli sorpresi nei giorni scorsi non lontano dalla Riserva naturale delle Torbiere del Sebino., Quando le guardie volontarie dello Sva di Legambiente e della Lac che li seguivano a distanza hanno potuto controllarli, una volta rientrati nel porto di Clusane d’Iseo, il paese di residenza di entrambi, hanno scoperto non solo che avevano pescato un buon numero di carpe nel mezzo della stagione di divieto, ma anche che i due, pescatori professionisti, sono tra gli addetti ai lavori che l’ente gestore ha autorizzato alla campagna di contenimento del siluro nell’area delle Lamette della Riserva delle Torbiere., I diretti interessati e anche i vertici dell’area protetta non ci fanno una bella figura.

I primi per aver violato la protezione temporanea dei ciprinidi; i secondi per aver «arruolato» esperti non esattamente affidabili per attuare un piano già contestato, per la sua presunta non selettività, dalle associazioni ambientaliste., È anche interessante ricordare che uno dei due denunciati era titolare di uno dei tanti capanni galleggianti per la caccia agli acquatici piazzati proprio davanti alle Lamette; capanni che, dopo una battaglia legale durata anni, la Lac era riuscita a far rimuovere., Il capannista/pescatore aveva provato a reagire opponendosi davanti al Consiglio di Stato, ma aveva perso., Tornando all’ultimo episodio, i pescatori professionisti allergici alle regole sono stati denunciati sulla base della legge 154 del 2016 sulla gestione delle acque interne e della fauna ittica, una norma quadro superiore a quelle regionali che punisce penalmente chiunque pesca, trasporta e commercializza le specie di cui è vietata la cattura; ma anche per il danno ambientale causato dal prelievo di esemplari riproduttori pieni di uova che sono andate ovviamente perse.•.

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