La rivolta della strada proibita
«Un anno di disagi, ora basta»

I residenti di via Balladore assiepati in assemblea davanti alle transenne: la strada è sbarrata da un anno BATCH

Ci saranno più cittadini del consueto, stasera alle 20,30, ad assistere nello spazio riservato al pubblico al Consiglio comunale di Capriolo, convocato per discutere con assestamento di bilancio, interpellanze e interrogazioni.

IL TEMA CALDO in realtà è un altro: quello di via Balladore, la strada «proibita», chiusa da un anno per un «rischio crollo» di un edificio privato, (la ex Beltrami) che non trova soluzione: residenti e commercianti, intrappolati fra transenne e divieti, non ne possono più.

Amedeo Lunardi e Gianluca Ravelli, consiglieri di «Insieme per Capriolo», dopo l’incontro di martedì sera in via Balladore, chiusa da un anno da un’ordinanza, hanno invitato i cittadini a presentarsi in Consiglio, annunciando che chiederanno a sindaco e giunta di chiarire il futuro della via principale del borgo antico. Una situazione che provoca disagi ai residenti e danni ai negozianti senza che si veda una soluzione.

I consiglieri di «Insieme per Capriolo», hanno esposto la loro posizione nel primo compleanno della chiusura, a una conferenza stampa a cui avevano invitato tutti.

Davanti alle barriere dove la via è interrotta, i due consiglieri hanno letto un comunicato che ha ripercorso le vicende che hanno preceduto la chiusura della via all’altezza di via Cerese.

ACCUSANDO la maggioranza di «assoluta incoerenza con le promesse elettorali», hanno ribadito con durezza che «la chiusura ha compiuto un anno, ma la situazione è ferma e bloccata da sindaco e giunta, che lasciano in condizione critica residenti e commercianti che, con questa amministrazione, sono caduti dalla padella nella brace, con un nuovo supermercato inutile e tra poco un altro centro non certo osteggiato da sindaco e maggioranza che, in campagna elettorale, avevano garantito di bloccare gli insediamenti commerciali».

Oltre una settantina di persone ha chiesto spiegazioni ai due consiglieri ma anche a Silvano Menassi, segretario della Lega Nord - che non ha risposto - e all’ex sindaco Fabrizio Rigamonti, che ha ricordato di avere avviato la procedura per la messa in sicurezza dell’area prima delle elezioni.

Tra i residenti della zona, Claudio Volpi, ha contestato il blocco: «Faccio l’impresario edile da quarant’anni - ha dichiarato - ed è assurdo chiudere la via affermando che il fabbricato sta per cadere. Io sto lavorando in città alta a Bergamo, ad un fabbricato in condizioni peggiori, ma la strada non è chiusa. Fra l’altro sul cantiere - ha affermato il cittadino - non c’è una sola indicazione di legge: direttore dei lavori, responsabile di cantiere, niente. L’ho scritto su Facebook, sono andato dal sindaco, ma non è servito».

Un’ora di colloquio tra residenti e consiglieri, ha fatto emergere che a ottobre erano state raccolte oltre un centinaio di firme, a cui non è stata data risposta, che un esercente ha chiesto la riduzione delle imposte per le conseguenze sulla sua attività e che per chi abita sul monte è un problema immettersi su via Adro, la provinciale XI, da via Cerese. L’incontro si è concluso con l’invito a seguire la seduta e l’impegno a ritrovarsi per pretendere una soluzione in tempi rapidi.

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