«Lo stop ai contanti? Le alternative ci sono»

Tra i filari la manodopera resta soprattutto straniera FOTOLIVE

«Il divieto di pagamento in contanti degli operai agricoli?, È un tema su cui è stato fatto tanto terrorismo psicologico., La realtà è che ci sono altre possibili strade., Il problema è più per chi si occupa delle pratiche che non per gli stessi lavoratori»., Non ha dubbi Marco Valori, titolare della «Enostaff», una delle principali società di servizi (ex cooperativa, da un paio di anni srl) impegnate nella ricerca di forza lavoro per la vendemmia in Franciacorta attiva dal 2004., «Sulla retribuzione in denaro è stata prevista una sanzione una tantum - prosegue Valori -, ma ribadisco: esistono molte altre opportunità., Penso al cosiddetto “conto tesoreria”, utilizzato anche dai Comuni per pagare chi fa dei lavori nei paesi., Certo, le difficoltà esistono: trovare un istituto bancario disposto a seguire le procedure, organizzare il servizio, predisporre i versamenti., Invece di aiutarci, la burocrazia complica le cose»., Pur senza cali drammatici, anche Enostaff conferma le difficoltà nel reperimento di manodopera nell’Est Europa.

«Molti stagionali preferiscono scegliere l’Inghilterra, per la sterlina e il guadagno che ne consegue a livello di cambio - spiega il titolare -., Ma per quanto ci riguarda assistiamo a un ricambio ridotto: circa l’80% della forza lavoro è la stessa dell’anno precedente e lo sappiamo dai confronti tra i codici fiscali., Il nodo è che al rialzo del prezzo di uva e bottiglie, con un futuro del comparto che si prevede molto positivo, non è seguito un adeguamento nelle corresponsioni a società di servizi e lavoratori»., AL CONTRARIO sarebbero stati fatti passi in avanti sulle disposizioni dell’Ats e sulle condizioni degli occupati., «Il lavoratore va preservato, facendo 20 ore consecutive si scoppia - chiude Valori -., La raccolta si fa di mattina, e prevede una pausa domenicale, per una durata media di 3 settimane., Anche gli alloggi sono sempre più confortevoli., Se devo vedere dei possibili problemi, penso siano più concentrati nei nuovi lavoratori, quelli provenienti per esempio da India, Pakistan o Egitto., Paesi in cui il caporalato è una costante»., •

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