Macogna, la
deroga «sdogana»
i rifiuti

L’area della Macogna destinata a discaricaUna delle tante manifestazioni di protesta contro l’impianto di smaltimento della Macogna BATCH

La Macogna non lascia. Raddoppia, anzi triplica. Nonostante le criticità evidenziate nel corso degli anni e un pronunciamento del Tar che ha sottolineato come il bacino sia già al limite dal punto di vista ambientale, la Provincia ha concesso la controversa deroga alla discarica. La Drr ha ottenuto il triplicamento dell’eluato. In sintesi, il permesso di superare, di un triplo appunto, i limiti di concentrazione degli inquinanti nei rifiuti inerti.

UN'AUTORIZZAZIONE che teoricamente moltiplica la gamma di scarti che potranno essere smaltiti nell'area incastonata fra Rovato, Cazzago, Travagliato e Berlingo. Un colpo basso alla mobilitazione delle comunità e dei sindaci e che riporta nell'occhio del ciclone la Provincia che, per usare un termine dei comitati ambientalisti sui social, «è andata in corto circuito: da un lato ha diffidato la Drr dal conferire rifiuti non conformi dopo l'apertura dell'indagine della Procura sulla Macogna, dall'altro autorizza il triplicamento dell’eluato».

«Non sono bastate le 5mila persone che un anno fa hanno sfilato a Berlingo, le 12mila che in aprile hanno attraversato la città per dire ’Basta veleni’, le migliaia che in un sol giorno si sono strette attorno alla comunità di Vighizzolo - sottolinea Cristina Bellini, sindaco di Berlingo -. É una politica miope, legata all’interesse economico di pochissimi, non si vuole ascoltare la volontà del territorio».

Cristina Bellini, che annuncia fin d’ora di voler impugnare l’atto insieme agli altri Comuni sui quali gravita la discarica Macogna, va oltre: «È uno schiaffo rispetto a tutti i bei discorsi e alle promesse. Sono sempre e solo chiacchiere, regolarmente smentite dai fatti. La politica, quella vera, deve far fronte ai bisogni dei cittadini, non guardare solo agli interessi economici. Questa discarica non è indispensabile, non risponde alle esigenze del territorio». Una «decisione assurda e irrispettosa dei cittadini» anche per Antonio Mossini, primo cittadino di Cazzago. «Non dovevano abbandonarmi - sottolinea amareggiato, riferendosi al passo indietro fatto dagli altri tre Comuni in merito al ricorso al Consiglio di Stato -: mi hanno lasciato solo. Se ci fosse stato ancora un fronte comune, probabilmente sarebbe andata diversamente. Non so se la Provincia avrebbe avuto il coraggio di prendere una decisione simile».

«Un’assurdità, una beffa - continua Mossini -. Ma non ho intenzione di restare fermo e lasciare che vengano calpestati i diritti dei cittadini».

Anche il Comitato «No Macogna» fa sentire la sua voce. «La concessione del triplicamento dell’eluato in una discarica che è stata sotto sequestro, dove sono serviti più di 200 camion per portar via i rifiuti illegali? - si domanda il portavoce Matteo Abeni -. Una cosa assurda. Ma non ci arrendiamo: siamo stanchi di ammalarci e di morire».

Secondo Gianbattista Groli, consigliere provinciale con delega all’Ambiente, si tratta invece di «un atto dovuto e una conseguenza del pronunciamento del Tar. Finchè non ci sono provvedimenti a livello regionale e statale che prevedano il non utilizzo dei siti di smaltimento rifiuti, i funzionari devono attenersi alla normativa. La Provincia - conclude Groli - ha percorso tutte le strade possibili, ma non essendo emersi ostacoli di sorta, è stato impossibile negare la deroga».

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