Polo logistico, altro ricorso al Tar

Giovanni Battista Sarnico

Nuovo colpo di scena nella riconversione dell’ex acciaieria Stefana di Ospitaletto in un polo logistico Esselunga., «Congelata» l’operazione fino alle elezioni del 10 giugno, sull’iter grava da ieri un secondo ricorso al Tar del Gruppo della grande distribuzione che chiede di annullare gli atti amministrativi - a suo modo di vedere «illegittimi» - deliberati dalla Giunta in merito alla variante del Pgt e allo studio di fattibilità., Il sindaco Giovanni Battista Sarnico bolla il ricorso come «infondato, strumentale e tardivo, teso a precostituire una posizione negoziale più forte a fronte delle richieste comunali contenute nelle delibere impugnate, che rappresentano la posizione dell’esecutivo, ma che - ribadisce per l’ennesima volta il sindaco - non sono vincolanti., Il Comune si è già espresso con una posizione favorevole alla Vas, Valutazione ambientale strategica»., Per Sarnico insomma, Esselunga vuole alzare la posta., «Trovo stupefacente che Esselunga non chieda la sospensiva», osserva il sindaco che avanza due ipotesi: «O vogliono aspettare degli anni, o è la conferma che il ricorso è strumentale.

In ogni caso, l’esecutivo ha già precisato la linea che adotterà in caso di riconferma alla guida del paese: parere favorevole all'insediamento che riguarda un decimo del territorio comunale, ma dentro regole e garanzie ben precise di corretto inserimento ambientale e urbanistico e con la definizione dei corretti oneri previsti per legge a carico dell'azienda., Noi non affrettiamo scelte, nell’interesse dell’intera comunità»., Quello depositato ieri è il secondo ricorso di Esselunga contro il Comune., Al centro del contendere del primo c’era il «caso» del nuovo palazzetto dello sport, un investimento da 5 milioni inserito a scomputo degli oneri di urbanizzazione, clausola - a parere dei privati - decisa unilateralmente dal Comune e non prevista dagli accordi iniziali, mentre il sindaco ha sempre sostenuto che «finanziare il palasport a scomputo degli oneri era un’opzione, non un obbligo»., Un braccio di ferro che ha spinto l’esecutivo a rinviare a dopo il 10 giugno l’approvazione della variante urbanistica e la ripartizione dei benefit dell'operazione ai paesi confinanti, che si sono appellati a loro volta al Tar per vedere riconosciute compensazioni finanziarie ed ambientali., • C.REB.

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