Sentieri «proibiti» sulle colline
La passeggiata diventa un tabù

Recinti, sbarramenti e reticolati: a Lonato sentieri inaccessibili BATCH

Sempre di più le colline lonatesi di Sedena, Drugolo ma anche San Polo ed Esenta sono attraversate da recinzioni e sbarre, così sentieri che da secoli erano percorsi liberamente, ora sono invece chiusi limitando fortemente la possibilità di passeggiare. Anche dal capoluogo verso i Barcuzzi, sulla stradina sterrata e panoramica che ha inizio dove termina via Cavour, sono comparsi gli sbarramenti.

NIENTE DI ILLEGALE, a quanto risulta: nella generalità dei casi, i sentieri attraversano fondi privati, e le autorizzazioni a «sbarrare» sono state rilasciate. Anche dove in passato, per servitù di passaggio o per consuetudini non scritte, una passeggiata nel verde non si negava a nessuno.

A porre la questione, con un appello rivolto ai cittadini per formare un apposito comitato, è Eraldo Cavagnini segretario lonatese di Rifondazione Comunista e candidato sindaco alle ultime elezioni. «Mi rivolgo a tutti i cittadini sensibili a questo problema per unirsi in un comitato spontaneo e portare avanti una battaglia di civiltà. Negli ultimi vent’anni - scrive Cavagnini - progressivamente le varie amministrazioni comunali hanno autorizzato recinzioni sulle colline lonatesi, senza lasciare la possibilità ai cittadini di poter percorrere i sentieri».

LA PROPRIETÀ, dove è privata, ovviamente resterà tale. «Ma ambiente e paesaggio sono sempre stati un bene comune - controbatte Cavagnini -. Il nostro è un territorio che per la sua conformazione offre spunti per salutari camminate: a chi giova rinchiudere perimetri ristretti?».

È anche il caso di tante edicole votive che formano un vero e proprio «reticolo religioso» che rischiano l’isolamento e l’inaccessibilità.

Appelli a conciliare l’esigenza di sicurezza e di tutela della proprietà privata con il diritto a muoversi liberamente sul territorio compaiono anche in parecchi post su Facebook, nelle pagine dei gruppi che hanno a cuore Lonato: «Intendiamo muoverci in tutti i modi - conclude Eraldo Cavagnini - con una forte campagna di sensibilizzazione con volantini, affinchè l’Amministrazione comunale si impegni nella difesa di un bene collettivo perché siano riaperti tutti i sentieri».

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