Videosorveglianza,
telecamere
oscurate

Le telecamere della Polizia locale escluse dal collegamento con la banca dati dei veicoli rubati BATCH

La Polizia locale non può collegare le telecamere per la lettura delle targhe alla banca dati dei veicoli rubati del ministero dell’Interno. È una questione... di privacy, ha detto il ministero lasciando di stucco i parlamentari autori di numerose interpellenze.

A RIVELARE la situazione di disagio che accomuna agenti e Comuni - i primi che si sentono defraudati di un importante strumento per garantire la sicurezza dei cittadini, i secondi che vedono in parte vanificati gli investimenti degli ultimi anni in videosorveglianza - è stato il sindaco di Palazzolo Gabrile Zanni rispondendo in Consiglio comunale ad una interrogazione sulla Polizia locale. Zanni ha scoperchiato il problema creato dal rifiuto del ministero di collegare gli impianti di videosorveglianza della Polizia locale alla banca dati nazionale per confrontare in tempo reale le targhe lette dalle telecamere ai varchi controllati dai comuni con l’elenco dei veicoli rubati. «Da mesi - ha spiegato il primo cittadino - il comando locale non può contare sul controllo immediato delle 92mila targhe lette ogni giorno dall’impianto di videosorveglianza su tutti gli accessi. Fino a marzo l’impianto trasmetteva alla banca dati le targhe lette di tutti i veicoli: il sistema del ministero le confrontava con l’elenco dei veicoli rubati, in fuga, sottoposti a fermo o radiati e segnalava le anomalie. La decisione impedisce di sfruttare le potenzialità dell’impianto su cui abbiamo investito 250mila euro per tutelare la sicurezza».

SPIEGANDO di aver scritto al Prefetto per criticare la scelta che impedisce al comando della Locale di avere la risposta in tempo reale, Zanni, ha ricordato l’utilità del servizio che in passato ha permesso di sventare rapine e recuperare veicoli rubati. «In uno di questi casi - ha ricordato il sindaco di Palazzolo - gli agenti, fermando un’utilitaria rubata hanno arrestato i due a bordo pregiudicati per rapina, di cui uno in semilibertà affidato ai servizi sociali, sequestrando una pistola, passamontagna, guanti in lattice, cinghiette, nastro adesivo e cacciavite. Da luglio 2015 - ha continuato Zanni - la segnalazione dei riscontri immediatamente trasmessa alle pattuglie ha permesso di fermare e recuperarne sei, denunciando o arrestando gli occupanti. In altri nove casi i veicoli, fuggiti dopo essere intercettati, la segnalazione del percorso è stata segnalata a Carabinieri e Polizia che in un caso sono riusciti a recuperare l’auto con attrezzi di scasso a bordo».

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