Tempio crematorio,
maxi offensiva
legale

Contro il tempio crematorio di Quinzano è stata promossa anche una raccolta di firme tra i cittadini

Il tempio crematorio non è soltanto inutile perchè sproporzionato al fabbisogno del territorio, ma addirittura dannoso per una delicata enclave vocata alle produzioni agricole bio e di eccellenza legate alla filiera del prosciutto crudo di Parma e del Grana Padano., I passi amministrativi compiuti per tenere in vita un’operazione che era già sostanzialmente al capolinea sono inoltre viziati da sconfinanti istituzionali da parte delle amministrazioni comunali coinvolte dal progetto»., È una vera e propria requisitoria scientifico-giuridica quella contenuta nelle 78 pagine del ricorso al Tar contro il tempio crematorio di Quinzano presentato da 129 tra imprenditori agricoli, commercianti, cittadini privati e associazioni., Ai giudici amministrativi viene chiesto di sospendere, in vista di un annullamento, tutti gli atti relativi al procedimento dell’opera e la convenzione sottoscritta in «modo unilaterale dal Comune di Manerbio»., Nel mirino dell’offensiva legale è finito l’impianto con capacità «complessiva di 2.400 cremazioni l’anno, pari a oltre un terzo degli abitanti di Quinzano», si legge nel ricorso redatto dagli avvocati Daniele Granara e Chiara Fatta., Per sostenere la tesi dell’incompatibilità della struttura vengono citati i risultati di una ricerca dell’Associazione Medici per l’Ambiente., «L’incenerimento - affermano gli esperti - alimenta l’emissione di sostanze altamente nocive, quali particolato ultrafine, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili e inorganici del cloro e del fluoro, metalli pesanti, oltre a mercurio, zinco, diossine-furani»., L’impianto, secondo i legali, «avrebbe gravissime ricadute sulla salute e l'ambiente nell’intero comprensorio e un danno economico incalcolabile, in relazione alla genuinità e salubrità della produzione agricola e al deprezzamento degli immobili e delle aziende locali».

L’agricoltura di eccellenza compresa nel triangolo Pontevico, Quinzano e Manerbio, incastonata tra i parchi dell’Oglio e della Savarona, alimenta secondo i dati della Regione un giro di affari di oltre 90 milioni al netto dell’indotto., IL RICORSO SOTTOLINEA un altro aspetto: «a dimostrazione dell'inutilità di un ulteriore impianto crematorio, emerge dalla circostanza che sul territorio vi sono già ben cinque strutture analoghe a Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova e Lodi., Senza contare i numerosi impianti presenti nel resto della Lombardia con bacini di utenza che si sovrappongono e che sono utilizzati ben al di sotto della loro massima capacità per la quale sono stati autorizzati, come riconosciuto dalla stessa Regione»., Il ricorso attacca anche la convenzione approvata dal Comune di Manerbio, «allo stato unico documento ufficiale sull’iter del progetto», scrivono Daniele Granara e Chiara Fatta., «Quello del Consiglio comunale è stato un assenso al buio, più grave perchè determinato da un’altra amministrazione civica che non ha fornito alcuna specifica sullo stato del procedimento: le parole pronunciate in aula dal sindaco Samuele Alghisi sono stupefacenti e testimoniano che il sì dell’esecutivo sia stato frutto dello stimolo del commissario prefettizio di Quinzano e non dal presunto beneficio per la comunità, peraltro neppure dimostrato da atti e studi»., I promotori del ricorso chiedono il risarcimento del danno subito ai Comuni di Manerbio e Quinzano., «I CITTADINI, LE IMPRESE e l’associazione ricorrenti - afferma il professor Daniele Granara di Genova spiegando le rivendicazioni dell’azione legale amministrativa - confidano in un pronunciamento del Tar Brescia, che, a salvaguardia di salute, ambiente ed economia, non solo locale ma nazionale, eviti uno scempio in un’area che è il “fiore all’occhiello” della produzione agroalimentare italiana, nota ed esportata in tutto il mondo, con inutile dispendio di preziose ricorse pubbliche, che dovrebbero essere impiegate per tutelare e valorizzare il Made in Italy, che la Bassa Bresciana rappresenta, e con esso il futuro e i reali bisogni della collettività»., •

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