Abusi sessuali su un minore:
ex parroco di Corna a processo

Ieri l’udienza sulla richiesta di rinvio a giudizio di don Blanchetti BATCH

Rinvio a giudizio e processo fissato per il prossimo 11 gennaio: questa la decisione del gup Alessandra Sabatucci nei confronti di don Angelo Blanchetti, ex parroco della frazione Corna di Darfo, accusato di abusi sessuali su un minore.

LA VICENDA - secondo quanto denunciato - risale a quando la giovane vittima stava affrontando il percorso religioso per il battesimo. Durante quegli incontri il religioso avrebbe abusato di lui su una coperta poi sequestrata nel corso delle indagini. Gli abusi si sarebbero verificati tra la cucina e l’ufficio, nell’abitazione del parroco. Proprio nel cucinino è stata trovata la coperta descritta dal ragazzo. Da Corna di Darfo il 14enne decise poi di intraprendere un nuovo percorso religioso a Milano. Dove trovò la forza di sfogarsi e di raccontare a uno dei nuovi referenti religiosi incontrati quanto sarebbe accaduto per circa due anni, tra i suoi dodici e i quattordici. Da lì all’inizio delle indagini il passo è stato breve.

Tra quanto emerso sin dalle prime fasi c’è il metodo che don Angelo Blanchetti avrebbe usato per indurre il ragazzo a non rivelare gli abusi: «Se non accetti Dio ti manderà all’inferno», le parole che sarebbero state usate dall’ex parroco. Questo sarebbe avvenuto anche con scadenze mensili, in certi periodi anche più frequentemente.

LE INDAGINI sono state coordinate dal pm Ambrogio Cassiani e condotte dai carabinieri. Nel giugno del 2016, poco giorni dopo la deposizione del ragazzo, scattò il blitz dei militari che nell’abitazione sequestrarono la coperta, ma anche alcuni profilattici custoditi in cassaforte.

L’inchiesta molto delicata ora sfocia nel processo in dibattimento. In sede d’interrogatorio di garanzia il religioso si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ora il caso sarà affrontato in aula del tribunale, durante un in dibattimento in cui potranno essere sentiti testimoni e don Blanchetti avrà un’altra possibilità di fornire la propria versione dei fatti.

UNA VERSIONE che dovrà confrontarsi con quella, molto dettagliata, fornita dal giovane che lo accusa. Che in questo momento è già stata ritenuta credibile da magistrati e investigatori. E a cui la perquisizione ha dato un primo parziale riscontro.

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