Anche la Valcamonica nel mirino di un’inchiesta

Le modalità di assegnazione tramite bandi pubblici degli alpeggi (e dei contributi ricevuti dagli allevatori da Regione e Unione europea) hanno suscitato l’interesse dei carabinieri forestali anche nella media Valcamonica., Lo scorso mese di aprile (Bresciaoggi ne ha già riferito), su mandato della procura della Repubblica di Brescia, che avrebbe avviato le indagini dopo aver ricevuto un particolareggiato esposto, i militari hanno acquisito documenti negli uffici comunali di Cimbergo e Paspardo., IL PM incaricato vuole approfondire il motivo per cui tre malghe hanno suscitato improvvisamente l’interesse di imprenditori agricoli bergamaschi e della pianura., Che hanno sborsato somme impossibili per gli allevatori della zona pur di aggiudicarsele., Nell’elenco c’è persino un alpeggio messo davvero male: la malga Frisozzo al Lago d’Arno può essere raggiunta da Cimbergo solo in quattro ore abbondanti, eppure questo luogo quasi inaccessibile ha permesso al Comune di incamerare 8.600 euro (erano 300 in passato).

E per citare un altro caso, anche il canone d’affitto annuo di Malga Zumella, a Paspardo, chissà perché é lievitato in modo spropositato da ottomila a ventunomila euro., ANCHE in Valcamonica, poi, oltre che su questi aumenti spropositati si indaga sui contributi erogati dall’Unione europea attraverso la Regione agli allevatori per portare gli animali in «vacanza» sulle terre alte., In particolare, i militari starebbero verificando il numero di capi in trasferta e il periodo di effettiva presenza., «Questo perché - sostengono gli allevatori della zona - da quando i pascoli sono affittati a peso d’oro i furbi che arrivano dalla pianura avrebbero fatto figurare più capi di quelli presenti in quota e non rispetterebbero neppure il periodo minimo di presenza., I contributi incassati dagli operatori, però, non hanno subito alcuna diminuzione».

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