Artogne, due scuole di pensiero
sul tema del Comune efficiente

Due concorrenti, un uomo e una donna. Con le quote rosa garantite da un lato da un poker di aspiranti consiglieri de «Il Maglio», e dall’altro dalla candidata sindaca e da un altro nome femminile per quelli di «Artogne Piazze Acquebone e Lega nord». In entrambi i casi diverse conferme; come buona parte della giunta uscente e l’intero gruppo di opposizione.

È il quadro pre elettorale di Artogne, caratterizzato da una alleanza di centrodestra che si è concretizzata con l’obiettivo di riconquistare il Comune. La civica Il Maglio chiede invece continuità.

UNO DEI PROBLEMI più seri per l’ente locale è rappresentato da Montecampione, una spina nel fianco, vista l’attuale crisi, ma anche una grande opportunità di sviluppo per l’intera bassa valle. Quali le soluzioni per uscire dal guado, e che risposta dare alla richiesta di reinvestire qui parte di quanto il Comune incassa dall’Imu?

«È tempo di concretizzare l’impegno che abbiamo dedicato alla località, per questo abbiamo concordato con Provincia, Comunità montana e auspicabilmente Regione un accordo per mettere in sicurezza tutta la strada dal fondovalle a Bassinale e oltre - risponde il sindaco uscente Cesari -. Cinque milioni concentrati in gran parte tra le quote 1200 e 1800 e sulla rettifica dei tornanti di San Maurizio. L’impegno di un’amministrazione non si deve basare solo sul ritorno dell’Imu, ma sugli sforzi per portare risorse a Montecampione. Come il demanio scibile per il quale stiamo lavorando da anni».

Barbara Bonicelli è molto critica, giudica i risultati dell’assessore per Montecampione «disastrosi» e dice che il problema deve diventare «di interesse comprensoriale, con azioni concertate tra enti sovraccomunali e privati garanti di un rilancio credibile. Non escludiamo che si debbano fare investimenti pubblici strutturali anche con il contributo del Comune - aggiunge -; specie per rimettere in efficienza la viabilità».

In caso di rielezione quale sarà la sua prima scelta? Il sindaco uscente propone «la riorganizzazione del rapporto con i cittadini valutando come sempre con attenzione le loro richieste. Bisogna potenziare gli uffici comunali per valorizzare le competenze e consentire ai dipendenti di lavorare meglio con diversi orari di apertura, maggiore velocità e cortesia».

La sua concorrente si impegna a concentrarsi sulla «creazione di una squadra di governo e di consulenza nelle varie commissioni con una partecipazione di persone dalla riconosciuta esperienza».

Dato che si parla spesso della necessità di unire i comuni, chiediamo un parere sull’ipotesi di un unico ente tra Artogne, Pian Camuno e Gianico. La necessità di trovare sinergie è riconosciuta da entrambi, ma per il momento, dice Bonicelli, «accontentiamoci di mettere in comunione il maggior numero di servizi dato che la fusione non può prescindere dal rispetto di identità storiche».

«Questa è sicuramente la volontà del legislatore e di qualunque amministratore oculato - spiega Cesari -; vanno ovviamente preservate le identità e alcune autonomie, ma la condivisione di servizi e progetti deve essere il nostro obiettivo». D.BEN.

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