Il futuro dell’Unimont? «La Regione è pronta»

Attilio Fontana durante la sua recente tappa in Valcamonica FEBBRARIL

Da qualche tempo le voci sulla marcia indietro di qualche ente sovventore si rincorrono, ma se questo dovesse effettivamente avvenire, il futuro dell’Università della montagna (Unimont) di Edolo sarebbe garantito dalla Regione Lombardia., Parola di governatore., Questa ormai storica e più che affermata realtà formativa «campa» grazie alle risorse messe a disposizione da istituzioni locali, sovraccomunali e provinciali (qualche anno fa nell’elenco c’era anche la Camera di commercio di Brescia, proprio uno degli enti che ha fatto un passo indietro), che da più di vent’anni permettono di formare esperti in valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano grazie a un percorso didattico triennale e, prossimamente, di avviare un corso di laurea magistrale in lingua inglese, per il quale è stato registrato l’interesse di numerosi studenti, anche stranieri (uno perfino della Mongolia), senza dimenticare il master annuale con borse di studio per formare professionisti in grado di supportare i piccoli Comuni nella stesura di progetti finalizzati a ottenere il fondi previsti nel Pnrr., E se ci fosse qualche retromarcia?, Palazzo Lombardia è pronto a fare la sua parte, supportando il polo distaccato dell’Università degli Studi di Milano, della quale - lo ha affermato recentemente il rettore Elio Franzini - costituisce un fiore all’occhiello insieme al Ges.Di.Mont, il centro di ricerche che collabora con aziende e numerosi laboratori nazionali ed europei., La garanzia dell’eventuale sostegno finanziario l’ha fornita appunto Attilio Fontana, il presidente della Regione che la scorsa settimana ha partecipato a Edolo a un convegno internazionale sullo sviluppo sostenibile delle regioni situate sui due versanti dell’arco alpino., Interpellato da Bresciaoggi su questo tema cruciale, che sta a cuore a docenti, studenti, amministratori locali e cittadini, Fontana ha risposto così: «Unimont è un’eccellenza che sviluppa sicuramente temi sui quali noi siamo molto attenti, cercando di fare in modo che tutte le zone montane possano avere uno sviluppo analogo alle altre aree della Lombardia.

Non più tardi di qualche settimana fa - ha aggiunto il governatore -, noi abbiamo approvato un atto nel quale sosteniamo convintamente il tentativo di impedire lo spopolamento dei centri montani., Anzi, incoraggiamo il richiamo e il ritorno dei giovanii»., «Nei prossimi giorni - ha concluso Fontana - andrò proprio a raccontare in maniera esaustiva nei luoghi deputati tutte le iniziative che abbiamo previsto e le risorse che intendiamo mettere a disposizione per le situazioni difficili, compresa quella di questa fondamentale struttura saggiamente inserita fra le montagne»., Parole che dovrebbero tranquillizzare quanti temono un possibile ridimensionamento, o peggio la cancellazione di Unimont., La cui storia inizia verso la metà degli anni Novanta, quando, prima il senatore Vittorio Marniga prossimo alla scadenza del suo mandato alla guida del Comune, e poi il sindaco Gianpiero De Toni ebbero appunto la saggezza di intrecciare i rapporti e di accettare la proposta (e il rischio) di creare un polo universitario in alta Valcamonica., De Toni, i sindaci che gli sono succeduti e alcuni docenti della statale, tra i quali citiamo Carlo Lozzia, che per anni avrebbe guidato Unimont, e la giovane ricercatrice Anna Giorgi (da qualche mese al vertice), agirono sinergicamente per costruire quella che oggi è l’unica realtà italiana a occuparsi dei problemi delle montagne., La convenzione che dal 1997 norma gli aiuti economici erogati dai fondatori (Provincia e Camera di commercio, enti comprensoriali valligiani e Comune di Edolo), rinnovata nel maggio del 2015 dopo l’uscita dell’ente camerale, scadrà il prossimo anno., E tutti sperano che non ci sarà bisogno della Regione per proseguire l’attività.•.

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