Montecampione, l’obiettivo sci
trova un altro aiuto «pubblico»

La presentazione del nuovo finanziamento pubblico BATCH

C’erano il presidente di Bim e Comunità montana Oliviero Valzelli e i sindaci di Artogne Barbara Bonicelli, di Gianico Emilio Antonioli e di Piancamuno, Giorgio Ramazzini, tutti raccolti - ieri - nella sala consiliare artognese attorno al «paziente» Ski area, la srl che per quattro anni ha gestito le piste di Montecampione, e che adesso, dopo una operazione di rilancio che ha dato risultati importanti ma non risolutivi, è alle prese con l’asta per l’acquisto degli impianti di risalita.

Riuniti perchè servono altri soldi. I seicentomila euro trovati finora con la raccolta avviata ad agosto non bastano se si vuole tentare la scalata al patrimonio di quella che fu la fallita Montecampione impianti. La cifra già ventilata due mesi e mezzo fa e da raccogliere entro dicembre è di almeno un milione. Il Bim, già azionista pubblico di maggioranza, di fronte al grido di dolore ha deciso ancora una volta di scendere in campo, e coi municipi ha messo sul piatto altri 80 mila euro (55 mila dal consorzio comuni, 10 mila da Artogne e Piancamuno e 5000 da Gianico); con l’augurio che a questo punto, ha detto Valzelli, «che sempre più imprenditori privati facciano proprie le esigenze del comprensorio di Montecampione».

LA STRADA per uscire dalle secche e stretta, ma gli enti pubblici hanno voluto «confermare la loro volontà politica a favore dello sviluppo del territorio». «Un segnale forte indirizzato ai cittadini della bassa valle, ai sottoscrittori del capitale di Ski area e ai due imprenditori Iorio e Ghidini - ha aggiunto Valzelli - che guarda al rilancio di Montecampione in prospettiva non solo invernale, ma anche estiva».

Sulla stessa lunghezza d’onda i tre primi sindaci, aperti a tutto quanto possa sbloccare la situazione per «evitare che la stazione turistica - ha detto Barbara Bonicelli - diventi una realtà fantasma». «Questa nostra scelta dimostra che non consideriamo Montecampione come una mucca da mungere», ha aggiunto Ramazzini, mentre Antonioli ha ricordato che in futuro, se avvenisse un ampliamento del demanio sciabile «non potremo rispondere no, ovviamente dopo valutazioni tecniche ed economiche».

Guardando a tempi più vicini, ora la speranza per Ski area è avere gli impianti. Entro l’11 novembre bisogna presentare l’offerta al curatore fallimentare di Mci: 750 mila euro è la base, con un deposito cauzionale di 150 mila. In caso di aggiudicazione, pagamento a due mesi, oppure ratealmente in due anni con fideiussione bancaria. Con l’impegno a gestire l’azienda almeno per 5 inverni senza ridurre gli impianti.

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