Profughi e micro-accoglienza:
il sistema Angolo è un modello

Il parroco don Attilio Mutti BATCH

Prende le mosse dal Congo il progetto di micro-accoglienza dell’Amministrazione Comunale di Angolo Terme; dopo aver aderito all’accordo stipulato dalla Comunità Montana di Vallecamonica con la Prefettura, Angolo ha intrapreso la strada dell’accoglienza dei rifugiati coinvolgendo la parrocchia.

Per domani è atteso l’arrivo di una coppia di cittadini congolesi che saranno alloggiati in un locale di proprietà della parrocchia, già a disposizione in passato della Caritas per offrire rifugio a persone in difficoltà. Nelle ultime settimane alpini e volontari del paese hanno lavorato alacremente per rendere agibili i locali da qualche tempo inutilizzati. Nel mese di agosto, ottenuto l’avvallo dei quattro Consigli Pastorali del comune, è stato firmato l’accordo con la Caritas diocesana per la disponibilità all’accoglienza di persone richiedenti asilo e in particolare della coppia africana attualmente ospitata in una struttura di Brescia. Per sostenere il progetto si è formato un gruppo di persone: dall’insegnamento della lingua italiana, garantito con dieci ore settimanali di lezioni da alcuni volontari, all’inserimento.

COME SCRIVE il parroco don Attilio Mutti: «Si tratta di accoglierle come persone, stando vicini alle loro necessità e queste sono legate all’aspetto sanitario, pensando alla giovane - 24 anni - in attesa del suo primo figlio, alla gestione della casa, all’inserimento nel nostro contesto. Sarà un obiettivo far sì che, con le loro qualità, possano collaborare nel nostro paese». L’aspetto giuridico, con il disbrigo delle pratiche necessarie per presentare la domanda di asilo, è seguito dalla Caritas zonale. Gli incontri dei volontari sono proseguiti nelle settimane scorse con l’obbiettivo di realizzare nel modo migliore questo progetto che non ha una durata definita e potrebbe portare in futuro a nuove ospitalità.

Con questo passo il Comune ha scongiurato le difficoltà legate alla gestione dei malumori in paese in caso di accoglienza in strutture turistiche del circondario, che avevano già manifestato alla Prefettura la loro disponibilità all’accoglienza di numeri più elevati di richiedenti asilo. Coinvolgendo la parrocchia, e i gruppi di volontariato locali, il progetto ha recuperato il senso di comunità che accoglie chi è in difficoltà. L’arrivo della famiglia congolese sarà il test per saggiare l’umore anche dei tanti che, soprattutto sui social, quando erano circolate notizie sull’arrivo nelle strutture alberghiere di alcune decine di ospiti, avevano dato sfogo a preoccupazioni e polemiche.

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