Resistenti dietro al filo spinato Un altro grazie agli ex internati

L’edificio di Edolo che ospita biblioteca e auditorium ChiesaSoldati italiani fatti prigionieri dopo l’8 Settembre del 1943

Hanno dovuto attendere più di sessant’anni (e quasi tutti sono purtroppo morti nel frattempo) per essere riconosciuti come partecipanti attivi alla Resistenza, anche se il loro coraggioso «no» alla repubblica sociale e al ritorno in guerra sotto bandiere criminali li ha confinati nei lager., Parliamo degli oltre 650mila militari italiani che, dopo l’armistizio dell’8 Settembre, si rifiutarono di aderire all’agonia del fascismo e per questo furono imprigionati dagli ex alleati e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra in Germania, Polonia, Cecoslovacchia e Austria., Degli Internati militari italiani (Italienische militär internierte; Imi) lo Stato italiano si è voluto chiaramente «dimenticare», ricordando il loro sacrificio solo alla fine del 2006, quando è stata emanata la legge 296 che ha concesso una Medaglia d’onore ai «cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati e, ai quali, se militari, è stato negato lo status di prigionieri di guerra, e ai familiari dei deceduti, che abbiano titolo per presentare l’istanza di riconoscimento dello status di lavoratore coatto»., Un riconoscimento tardivo e concesso a titolo di risarcimento soprattutto morale, che grazie al meticoloso lavoro di ricerca in archivi di mezza Italia iniziato nel 2007 da Fabio Branchi e da Silvano Depari (il primo è presidente della sezione della Valcamonica dell’Anei, l’Associazione nazionale ex internati, appunto), ha ridato o ridarà dignità a oltre 2500 prigionieri camuni., In questo lasso di tempo sono state consegnate complessivamente circa 400 medaglie, ma la ricerca prosegue e altre onorificenze sono in procinto di essere consegnate nel 2023., In vista della cerimonia, che solitamente negli scorsi anni si è tenuta il 27 gennaio in Prefettura a Brescia, e in alcuni paesi in cui il numero degli aventi diritto era particolarmente numeroso, il Comune di Edolo, la sezione camuna dell’Anei e i gruppi alpini di Edolo e Cortenedolo promuovono per la serata di venerdì 30 settembre (alle 20,30 nell’auditorium Chiesa della biblioteca civica di via Porro) un incontro informativo sul progetto «Medaglie d’onore agli internati militari edolesi» e sulle procedure di riconoscimento che verranno messe in atto.

«Con questa iniziativa intendiamo riscoprire una delle pagine di storia del ’900 meno conosciute - ricordano i promotori -, ma che ha coinvolto anche decine di famiglie della nostra comunità e oltre un centinaio di nostri concittadini., Dopo l’8 Settembre 1943, sui nostri monti si combatté la Resistenza armata - aggiungono i rappresentanti dell’ente e delle penne nere - , ma tantissimi altri edolesi combatterono un’altra forma di Resistenza, originata dal rifiuto di combattere con una divisa diversa da quella alla quale avevano giurato fedeltà e fatta da disobbedienza civile, stenti, fame e lavoro da schiavi dietro i reticolati delle fabbriche naziste»., Furono 110 i militari edolesi che decisero di combattere questa Resistenza silenziosa; sette di loro non tornarono., Per tutti l’amministrazione comunale intende chiedere la concessione della Medaglia d’onore., Branchi, Depari e gli alpini collaboreranno con l’ente locale per individuare i nomi degli ex internati e le relative famiglie., L’incontro di venerdì 30, al quale è caldamente invitata tutta la popolazione, servirà appunto per stilare una prima lista di nomi., Inoltre, nell’attesa della serata il personale dell’ufficio anagrafe (che risponde al numero 0364 773027), il martedì e il giovedì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 16,30 e il sabato dalle 9 alle 12 sarà a disposizione dei cittadini per maggiori informazioni e per la compilazione delle domande.•.

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