Sotto le coperte
un Presena in
codice rosso

La rimozione delle coperture geotessili a quota tremilaIn questa immagine bella e triste insieme si vede ciò che resta del ghiacciaio PresenaI teli proteggono un’ultima lingua di ghiaccio tra le pietre

È diventato un «rito» probabilmente sostenuto dal pensiero delle tante persone consapevoli, dei molti veri amanti della natura che incrociano le dita sperando in un improbabile (Trump e miliardi di indifferenti insegnano) dietrofront del riscaldamento globale., Come ogni anno dal 2008, quando ha avuto inizio l’operazione finalizzata alla protezione di ciò che resta del manto nevoso, ai primi di settembre il ghiacciaio del Presena si toglie il «cappotto» che durante i mesi estivi l’ha riparato dai raggi del Sole, preservando gran parte della neve caduta durante l’inverno e la pazza primavera., DA LUNEDÌ scorso gli operai della Carosello (una delle società che nel demanio dell’alta Valcamonica gestiscono gli impianti di risalita) sono al lavoro per recuperare la grande coperta e, se il tempo non farà le bizze, a fine mese l’intervento sarà completato., «Fino al 2014 l’iniziativa vedeva partecipi anche la Provincia autonoma di Trento e il Comitato glaciologico nazionale - ricorda Vania Zampatti del Consorzio Pontedilegno Tonale -., Esaurito l’accordo, la Carosello ha deciso di proseguire perché i benefici di questa operazione sono molto importanti., Quest’anno è aumentata sensibilmente anche la superficie riparata rispetto agli anni precedenti, passando da 90mila a oltre 100 mila metri quadrati., In particolare abbiamo messo al riparo anche la parte più alta del ghiacciaio, dall’uscita della cabinovia alla partenza della pista»., L’ENORME copertura a un passo dal cielo è costituita da trecento teli geotessili lunghi ciascuno 70 metri e larghi cinque: pezzi costosi che solitamente vengono riutilizzati per tre o quattro volte., Dal 2016 i vari elementi non vengono più termosaldati tra loro, ma uniti a mano utilizzando una cucitrice industriale: la nuova procedura consente di non avere più scarti quando bisogna togliere e riavvolgere sui rulli le protezioni.

I GHIACCIAI rimasti al di sotto dei tremila metri di altitudine sono destinati a scomparire in un breve lasso di tempo a causa delle variazioni climatiche provocate da un fortissimo effetto serra, che è stato ancora più percebibile proprio in questa estate in esaurimento., Gli esperti sostengono che entro la fine del secolo sull’arco alpino saranno tutti svaniti., Ovviamente anche il Presena: il destino di quello che un tempo era uno spettacolo fantastico della natura appare segnato, ma la copertura estiva potrebbe effettivamente rallentare la scomparsa: fino a oggi ha contribuito notevolmente a frenare la fusione del ghiaccio., «MEDIAMENTE lo spessore che riusciamo a salvare ogni anno va dai due ai tre metri, ma in alcuni punti arriviamo anche quattro., E questo rappresenta il fondo essenziale - aggiunge Zampatti - perché si possa depositare la neve della nuova stagione invernale»., A questo punto c’è solo da sperare che il clima impazzito non dia vita a un’estate tardiva che ad alta quota potrebbe fare disastri, e che la neve arrivi al più presto., In attesa delle vitali precipitazioni atmosferiche autunnali, le previsioni annunciano una spolverata di bianco già in questo fine settimana., Incrociamo le dita per il Presena., •

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