Tamponi con le stellette L’esercito fa lo screening fuori dal Pronto soccorso

L’area tamponi gestita dall’esercito fuori dall’ospedale di Edolo

I tamponi per misurare la diffusione del covid?, Per gestire la campagna, anche nell’ospedale di Edolo è arrivato l’esercito., Nell’ambito dell’operazione Igea, che il ministero della Difesa ha avviato a fine ottobre mettendo a disposizione su tutto il territorio nazionale 1.400 militari distribuiti in 200 squadre, in grado di eseguire fino a 30mila esami al giorno, grazie ai sindaci dell’alta valle da mercoledì mattina è stato allestito un ambulatorio nel quale operano un capitano medico, un infermiere e un addetto al ricevimento delle persone., Il servizio, in continuità con l’attività che dal mese di marzo si svolge nel presidio di Esine, è stato attivato in una tensostruttura posizionata all’esterno del pronto soccorso e si svolge dal lunedì al sabato dalle 8 alle 14., Per il momento è organizzato sulla base delle prenotazioni fatte all’Ats della Montagna, che è l’ente destinato a fare tutte le indagini epidemiologiche sul territorio., «Le persone che si sono prenotate hanno l’accesso direttamente qui a Edolo - spiega il direttore sociosanitario dell’Asst di Valcamonica Maurizio Morlotti -.

Abbiamo approfittato di questa grande collaborazione che ci ha dato l’esercito per poter avvicinare quest’importante attività alle persone senza doverle fare viaggiare su è giù per la valle»., «Era veramente necessario offrire questa ulteriore possibilità ai cittadini e ovviamente siamo contenti di averla potuta proporre», commenta il direttore di presidio, Giovan Battista Bulferetti., L’ambulatorio militare si affianca alle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale riattivate a Edolo all’inizio della settimana., «Non sono di nostra competenza, ma dipendono dall’Ats - precisa Bulferetti -, ma certamente tutto concorre ad affrontare e risolvere i problemi derivanti dalla pandemia»., L’ospedale dell’alta valle è no covid; ma se in pronto soccorso si presentassero pazienti affetti dal virus, verrebbero trattati e poi, se necessario, trasferiti a Esine., «Dal punto di vista ospedaliero, in questo momento a Edolo c’è una situazione in cui riusciamo sempre a gestire senza alcun problema tutto quanto arriva» sottolinea il direttore.

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