Verso il referendum
La valle si mobilita
e gioca d’anticipo

È una richiesta di autonomia nell’autonomia quella racchiusa nella mozione appena approvata dall’assemblea della Comunità montana di Valcamonica. Ora sarà approvata dai comuni, e si inserisce nel progetto del referendum consultivo «autonomista» che, promosso dalla Lega nord, andrà in porto con la consultazione del 22 ottobre.

I PROMOTORI che presto la invieranno alla Regione la considerano «in linea con i principi del referendum», e la trasmetteranno anche ai massimi livelli istituzionali internazionali, nazionali e regionali - dalla presidenza della Commissione europea al presidente del Consiglio -, con una sottolineatura: «L’articolo 5 della Costituzione afferma che la Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali e attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo».

Nella mozione sta scritto a chiare lettere che deve essere invertita la rotta rispetto al «neocentralisno regionale» che ha avocato a sé le competenze in materia di agricoltura, caccia e pesca e assistenza scolastica degli studenti disabili svuotando gran parte delle competenze in carico alla Provincia, e anche «le istruttorie sul Piano di sviluppo rurale, tolte alle comunità montane e accentrate a Milano».

L’ASSEMBLEA della Comunità chiederà alla Regione di avviare un percorso che preveda l’assegnazione di competenze gestionali dotate di risorse, come è avvenuto per il settore idroelettrico per la Provincia di Sondrio (privilegiata sempre e ovunque), e come previsto dall’articolo 7 della legge regionale 19 del 2015.

Dopo l’approvazione della mozione e prima del referendum, l’impegno dei camuni è poi quello di fare informazione per «favorire una ponderata valutazione delle conseguenze della consultazione attraverso manifesti istituzionali, display, siti internet e social network. Ma anche attraverso almeno un incontro pubblico e apartitico sul tema». L.RAN.

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