Caccia all’allodola
La Regione incassa
la seconda censura

Alla luce del risultato ottenuto in aula, lo stesso nell’arco di due anni e sullo stesso tema, alla Lega per l’abolizione della caccia risulta facile affermare che con le sue politiche venatorie relative all’allodola «la Regione sperpera i soldi e svuota i cieli».

LA PRIMA affermazione è un commento alla sentenza del Tar Lombardia depositata da poco con la quale i giudici amministrativi hanno condannato il Pirellone a rifondere le spese processuali alla Lac: 2.500 euro oltre al rimborso del contributo unificato. Un rimborso nato dal ricorso presentato dall’associazione in merito al carniere di allodole concesso ai cacciatori la scorsa stagione venatoria, e promosso perchè «la Regione aveva deciso le quote di capi abbattibili discostandosi dal parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e senza il supporto di una adeguata motivazione».

Era successo anche lo scorso anno; per lo stesso motivo e col medesimo risultato. E anche se la sentenza depositata quest’anno è arrivata a caccia chiusa, la Lac sottolinea la vittoria affermando che invece di rispettare la legislazione nazionale e di occuparsi di questioni più serie e urgenti, la Lombardia continua senza vergogna a riapprovare deliberazioni già censurate dai giudici amministrativi soltanto per accontentare un numero sempre più sparuto di cacciatori. Uno spreco di risorse e di soldi pubblici».

Poi l’associazione prosegue ricordando che «quest’anno, sempre in ossequio all’indiscriminato rastrellamento di fauna, il consiglio regionale, con una legge di semplificazione, insieme ad altre facilitazioni venatorie ha approvato un pacchetto di dieci giornate di caccia alla selvaggina migratoria anche con appostamento temporaneo che i cacciatori potranno utilizzare al di fuori della propria provincia. Così si viola il criterio del legame col territorio previsto dalla legge nazionale in materia con effetti devastanti per il territorio e per la fauna».

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