Pozza inquinata, a Serle si corre

Un rospo incatramato a Serle BATCH

La terza giornata sul campo è stata faticosa come le precedenti a Cariadeghe., Anche ieri tanti volontari, di Serle e provenienti da mezza provincia (senza dimenticare gli amministratori, i funzionari e i dipendenti del Comune), hanno recuperato e «lavato» altri rospi prelevati dalla pozza Meder inquinata da un criminale con decine di chili di olio motore esausto, e sempre ieri hanno preso corpo alcuni interventi per tamponare il disastro., Il previsto sopralluogo dell’Arpa non c’è stato, e un ulteriore spurgo della melma oleosa dalla superficie dello stagno ha affiancato la positiva performance dei teli assorbenti forniti gratuitamente per affrontare l’emergenza dall’impresa bresciana «Test1»., Nel frattempo, nella dolina sottostante distante pochi metri dalla Meder è stato piazzato un telo plastico di 50 metri per 20: ricoperto d’acqua creerà uno stagno temporaneo in cui, usando barriere artificiali, indirizzare gli anfibi dei dintorni che ancora non si sono riprodotti deviandoli dalla pozza avvelenata, che intanto è stata blindata.

Oggi invece si avvierà l’operazione di ripristino della pozza dei Ruchì: in un paio di giorni verrà riscavata e dotata a sua volta di un telo impermeabile, e dovrà ospitare le migliaia di anfibi rimasti per ore a contatto con l’inquinante, che sono ancora confinati in due recinti regolarmente bagnati e dotati di rifugi di foglie e frasche, e che sono stati anche separati per sesso dai volontari per impedire un eccessivo stress delle femmine, più grandi ma decisamente meno numerose dei maschi nel caso del rospo comune., Nella Ruchì inizierà una sorta di quarantena che potrebbe consentire almeno il parziale smaltimento dei veleni assimilati., Infine la bonifica della Meder: non è ancora chiaro se sia meglio rimuovere lo strato superficiale del terreno contaminato o seguire altre strade., In compenso, in previsione della pioggia attesa per domani, alla Comunità montana della Valsabbia è stato chiesto il via libera alla realizzazione di alcune piccole pozze di accumulo temporanee: servirebbero a raccogliere l’acqua in caduta dalle due vallette che sovrastano lo stagno, che potrebbe essere la principale causa di dilavamento e quindi di dispersione dell’olio esausto nell’ambiente., •

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