Qualcuno ha pensato bene di piantare una siepe supplementare all’ingresso di casa, così da ridurre (almeno in parte) l’impatto del passaggio dei camion, qualcun altro si prepara invece a tenere le tapparelle sempre abbassate. Riapre la cava del monte Tesio, in località Strubiana: quando e come ancora non si sa, ma intanto a Gavardo monta la protesta dei residenti. Già partita anche una petizione, da via degli Alpini a via Fornaci e poi a scendere fino a via Quarena.
DOMENICA la chiamata alle armi, simbolicamente parlando: nella piazzetta del Borgo del Quadrel, dalle 9 alle 12, verrà allestito un banchetto per raccogliere le firme, appunto, «contro la riapertura della cava sul Tesio». Se ne parla da un po’, in questi giorni ha cominciato a circolare un volantino: «Le conseguenze per la nostra comunità saranno disastrose - scrivono i residenti - Il passaggio dei mezzi pesanti renderà il traffico insostenibile: la larghezza della carreggiata in alcuni punti non consente il transito contemporaneo di due veicoli. E nella passata gestione della cava più di una volta ci sono stati incidenti». Inquinamento e salute: «Problemi di inquinamento atmosferico e acustico, con vibrazioni ripetute. La qualità della vita subirà un radicale peggioramento: polvere ovunque, rumori ed esalazioni moleste».
NEL LUNGO elenco dei «contro» presentati dai residenti anche la quiete pubblica: «I mezzi pesanti inizieranno i loro passaggi alle 6 per terminare alle 19, passando ogni 20 minuti». La convenzione nei dettagli. Sarà la Fassa Bortolo a occuparsi dell’attività di estrazione (l’ambito è l’Ate9) fino al suo esaurimento: il materiale cavato sarà perlopiù di bassa qualità, categoria «pietre ornamentali».
LE ATTIVITÀ di cava: dalle 7 alle 18.30 dal lunedì al venerdì, chiusura obbligata «nelle tre settimane centrali di agosto». Non potranno passare più di 15 mezzi al giorno, 30 viaggi andata e ritorno, ma che dovranno essere «coperti e puliti, nella massima sicurezza, senza perdita di materiali».
Le compensazioni: un servizio di pulizia dei tratti stradali di via degli Alpini e via Fornaci, almeno due volte al mese, opere di messa in sicurezza della viabilità pedonale (per 34mila euro) e 7 nuovi pali a led (per 9mila).
L’azienda dovrà poi versare al Comune 5,30 euro per metro cubo cavato per «il recupero ambientale dell’area interessata». Ma quando si comincia? La decisione spetta alla Fassa. E intanto è partita la raccolta di firme tra i residenti. Un palese segnale di disagio.