Un ostello «green» nel cuore dell’altipiano

La «casina» comunale destinata a diventare un ostello BATCH

Il primo passo per l’ostello sull’altopiano: una variazione di bilancio da 70mila euro, approvata lunedì sera in consiglio, in cui parte dei fondi saranno dirottati per la manutenzione della storica cascina di proprietà del Comune. Si trova proprio nel cuore dell’altipiano di Cariadeghe, circondata dal verde e con una vista mozzafiato: si vede addirittura il lago di Garda.

Qui dovrebbe trovare posto, e magari già l’anno prossimo, un ostello dall’inevitabile vocazione «green».

LA STRUTTURA rimarrebbe di proprietà comunale, e sarebbe poi lasciata in gestione a privati o cooperative a seguito di un bando pubblico. Tre o quattro stanze, letti a castello o a una piazza e mezza, angolo colazione e cucina: è ancora presto per dirlo. Ma l’idea c’è, eccome, e comincia da qui: dalla sistemazione del tetto, varie manutenzioni ordinarie, una nuova imbiancatura. La cascina (o «casina») del Comune è un vecchio insediamento agricolo, probabilmente realizzato nella seconda metà dell’Ottocento: era dato in concessione a pastori che lo utilizzavano come stalla. L’edificio è rimasto dimesso fino agli anni ’90, poi recuperato e oggi ancora utilizzato per eventi e manifestazioni (soprattutto in estate). Il suo futuro sarebbe un inedito: «L’abbiamo usata per eventi estivi, la festa delle fiabe, il concerto della banda, corsi di yoga - spiega il sindaco Paolo Bonvicini - l’idea è quella di valorizzare la struttura in senso ricettivo». Nella pratica i tempi non sono nemmeno così lunghi: «In pochi mesi dovrebbe essere tutto pronto. Una volta conclusa la manutenzione inizieremo a lavorare sull’ostello, e poi al bando di gestione».

Fa tutto parte di un progetto guida per la valorizzazione dell’altopiano: solo una decina di giorni fa la Fondazione Cariplo ha confermato un finanziamento di oltre 117mila euro per il piano Sativa 2.0 (selvicoltura, ambiente e territorio: insieme valorizziamo l’altopiano), che prevede per prima cosa la ripiantumazione dei castagni, coinvolgendo nel percorso varie realtà del territorio, l’Università della Montagna, la cooperativa Eliante e i ristoratori.

«A gennaio ci sarà una prima riunione operativa - spiega Bonvicini - Il finanziamento copre due anni di lavoro, poi dovremo camminare da soli. Per valorizzare i prodotti locali, rilanciare l’economia agricola, coinvolgere il sociale. Il focus sarà sui castagni: dal miele ai prodotti per i nostri ristoratori, il marroncello prodotto dalla Pro Loco. Ma punteremo anche su altre colture: su tutte, le amarene».

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