Dalle miniere riemerge la storia

Alcuni dei ragazzi al lavoro per la tutela degli archivi minerari

Dalla Valtrompia alla Toscana per parlare di territorio e di valorizzazione del patrimonio storico e sociale.

A Follonica, invitata per un convegno sulle memorie di vita, il lavoro e le scritture collettive, c’era anche una delegazione della Comunità Montana. Chiamata a presentare il progetto intitolato «Régola 17. Percorsi integrati tra i documenti d’archivio». Elaborato in collaborazione con il dipartimento di studio del territorio, con la coop L’Aquilone e con l’associazione ScopriValtrompia e che ha partecipato al bando dedicato dalla Regione alla valorizzazione di biblioteche e archivi storici ricevendo un contributo di 5.000 euro. È la nuova tappa di un percorso iniziato tredici anni fa per la salvaguardia e la promozione degli archivi storici minerari della Valle.

I RISULTATI sono visibili nella piattaforma «Plain» della Regione in formato banca dati, nell’Opac della rete bibliotecaria bresciana e cremonese in formato Pdf e consultabili presso la sede del sistema culturale comunitario a Santa Maria degli Angeli, a Gardone. Nel 2004 si era cominciato con il recupero dei fondi Torgola e Stese, proseguendo con il riordino di carteggi e cartografie, l’inventariazione e la loro acquisizione in digitale, allargando il lavoro ai vari bacini minerari, alle loro mappe e ai disegni con nuovi ritrovamenti. Il tutto pubblicizzato in iniziative, incontri, oggetto anche di una tesi universitaria a Cà Foscari a Venezia. Il nuovo progetto ha una sua valenza particolare coinvolgendo realtà culturali e sociali del territorio.

Come L’Aquilone, impegnata nel campo della disabilità e protagonista, con la cooperativa Arca, di un progetto di lavoro educativo su tre archivi parrocchiali. Stavolta toccherà all’archivio Stese Marzoli. «Oggetto del nuovo lavoro - spiega il coordinatore del sistema archivistico Massimo Galeri - sono i documenti, le mappe e i disegni riconducibili a tre miniere: Torgola di Collio, Avano di Pezzaze e Graticelle di Bovegno».

Si affianca la Stese-Marzoli, sempre di Pezzaze, i cui documenti, già riordinati e inventariati, verranno confezionati con nuovi faldoni, cartellette ed etichette al fine di garantirne la conservazione e facilitarne la consultazione da parte dei ricercatori.

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