Depuratore, un dossier smonta il progetto

Una delle manifestazioni di protesta contro il depuratore del Garda

Un dossier di 120 pagine che si focalizza sugli aspetti ambientali a 360 gradi, partendo dai problemi del lago di Garda per arrivare a quelli del fiume Chiese., Il pacchetto di «osservazioni» dettagliate e documentate, messe a punto da associazioni ambientaliste e comitati, è arrivato sul tavolo del ministro all’Ambiente Sergio Costa unitamente al documento dei tecnici nominati dai Comuni di Gavardo e Montichiari, così come richiesto nell’ultimo Tavolo tecnico., Pagine e pagine per ribadire che il progetto della depurazione del lago di Garda «non sta in piedi», che la scelta di potenziare l’impianto di Peschiera «è ancora la migliore possibile» e che cambiare bacino imbrifero «è una follia»., «Ben venga sul Garda una collettazione efficiente - sottolinea Filippo Grumi del comitato Gaia di Gavardo -, ma non si stravolga l’esistente che, per la sponda bresciana, ha sostanzialmente ben funzionato., Il progetto dei due depuratori di Gavardo e Montichiari si basa sulla presunta inadeguatezza della condotta sublacuale tra le due sponde, tuttora perfettamente funzionante, eventualmente sostituibile con altro intervento analogo o con una condotta circumlacuale, sempre con destinazione Peschiera»., DEL RESTO LA SOLUZIONE del «tutto sulla sponda veronese» è stata più volte confermata come quella «migliore dal punto di vista ambientale» fin dal 2013 con il progetto preliminare di Garda Uno, e successivamente con lo studio del professor Giorgio Bertanza dell’Università di Brescia., «Per ben due volte Acque Bresciane ha modificato la scelta dei parametri per ottenere il risultato che tutti conosciamo - si legge nel documento -., Basterebbe solo questo per dimostrare come la scelta migliore sia sotto gli occhi di tutti da molto tempo, ma in realtà venga sempre accantonata per favorire gli aspetti economico-gestionali»., Il dossier - redatto da un team di esperti tra cui Marco Pietropoli, Christian Grazioli, Stefano Guarisco e lo stesso Grumi, e sottoscritto da Acqua Alma Onlus, Alternative Odv, Ambiente Futuro Lombardia, Circoli Legambiente Brescia Est e Bassa Bresciana, Comitato Gaia, Mamme del Chiese, Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia, Comitato di Salute Pubblica «La corsa per la vita», Comitato Visano e Basta Veleni - punta il dito contro «un’opera di notevole costo economico e di forte impatto ambientale, ecologico, paesaggistico e sociale, scartando le alternative e trascurando tout court gli impatti su un fiume eccessivamente sfruttato., Il corso del Chiese è asciutto in alcuni tratti nella stagione estiva, non è certo paragonabile al Mincio per capacità di diluizione, mentre i fenomeni di piena nei periodi piovosi sconsigliano aggiunte di reflui depurati di altra provenienza».

Attraversando un territorio densamente abitato, «il Chiese soffre per i ripetuti sversamenti da industrie e allevamenti e per il cattivo funzionamento di piccoli depuratori in infrazione europea»., E ancora: «a Gavardo si collocherebbe il mega depuratore del Garda per 100 mila abitanti equivalenti, con sbocco nello stesso tratto di fiume dove è previsto lo scarico dei reflui da depurazione di un impianto intercomunale già in costruzione per 36 mila utenti., Per raggiungere e devastare quest’area si dovrà scavare per decine di chilometri vicino al lago e oltre le colline, superando un dislivello di 150 metri circa tra lago e fiume., Un dislivello che costerà caro anche in termini energetici, per pompare i reflui in salita e che prospetta come non improbabile, nel caso di un cattivo funzionamento dell’impianto, un devastante riflusso verso il golfo di Salò»., Problematico anche il caso di Montichiari, «stretto tra discariche e aeroporto - scrivono i comitati -., Senza contare che il Chiese, tra deprivazioni e inquinamento, resta il principale indiziato per gli oltre mille casi, di polmonite da legionella verificatisi due anni fa lungo il suo corso»., SECONDO Filippo Grumi, «abbiamo messo sul piatto dati oggettivi., É innegabile che il Mincio è sicuramente il miglior corpo recettore, con i suoi 160 chilometri di lunghezza e una portata di 80 metri cubi al secondo, contro i 75 chilometri del Chiese, che ha una portata inferiore ai 30 metri cubi., Il Mincio ha già un depuratore da 330 mila abitanti, e nonostante si faccia carico da 35 anni dello scarico dei reflui della sponda bresciana non presenta criticità., Ma quali potranno essere le conseguenze dei depuratori sul Chiese?»., •

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