Il lavoro c’è
ma nessuno
lo vuole

Il chiosco che si trova al centro del parco «Brignani» di Villa Carcina

La crisi, la disoccupazione, le famiglie che non arrivano a fine mese: tutto vero. Ma in alcuni settori a mancare non sono i posti di lavoro ma i lavoratori. Paradossale la situazione raccontata da Alice Ussoli, alla costante e frustrante ricerca di personale per il chiosco che da tre anni gestisce nel parco Brignani. «A Villa Carcina cercasi cuoco e fidanzato»: questo l’appello lanciato dalla titolare. Un annuncio (il primo serio, il secondo forse un po’ meno) al quale nessuno ha risposto. «La mia avventura imprenditoriale è cominciata tre anni fa, da allora ho già cambiato cinque cuochi e una decina di lavapiatti - racconta - Da qualche giorno sono alla ricerca di una nuova figura per la cucina, ma è tutt’altro che facile trovarla. La prima richiesta che mi fanno i candidati? Se si lavora durante il fine settimana». E durante il weekend, da che mondo è mondo, i ristoranti ebbene sì, lavorano. Lo dovrebbero sapere i ragazzi appena usciti dalla scuola alberghiera che si presentano per il colloquio ma storcono subito il naso nel sapere che l’impegno prevede di lavorare anche sabato e domenica. Alice offre contratti regolari, con tredicesima e quattordicesima, un ambiente giovane e informale e orari normalissimi: otto ore (tra pranzo e cena) più eventuali straordinari regolarmente pagati. Ma il compenso offerto pare non far smuovere l’ago della bilancia con cui i candidati pesano l’offerta. Speso, quasi sempre, dicono che ci devono pensare, tornano a casa da mamma (o da mogli e mariti) e non si fanno più sentire. Nel frattempo Alice si occupa di tutto (o quasi) da sola. A parte l’aiuto in sala, gestisce la cucina, serve ai tavoli, lava i piatti e, viste le abbondanti piogge, quasi tutte le settimane sale in sella al su trattorino e taglia l’erba. «Saper cucinare è ovviamente un requisito essenziale, ma lo è altrettanto l’aver voglia di lavorare», conclude.

IN TUTTO questo c’è poi una brutta abitudine dura a morire che contraddistingue, purtroppo, molti giovani. Spesso i candidati chiedono di non essere assunti per poter continuare a percepire l’indennità di disoccupazione e preferiscono rinunciare a un contratto regolare con tutti i benefit del caso ed essere pagati in nero piuttosto che rinunciare ai soldi facili che l’Inps garantisce fino a 24 mesi. La speranza però è l’ultima a morire e Alice prosegue la ricerca: del cuoco, e possibilmente anche del fidanzato.

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